lunedì 6 maggio 2013

Si prepara l'attacco alla Siria

 Ma non quello che pensate voi...

Vorrei condividere con i lettori una riflessione, riflessione che è sorta in me dopo la lettura di questo articolo.

Ormai l'intero mainstream si è adattato alla narrazione secondo la quale in Siria non assistiamo ad una (sanguinosissima) rivoluzione di popolo contro un tiranno, ma piuttosto allo scontro tra un dittatore laico e una serie di pericolose fazioni jihadiste. Come si vede la sostanza di quello che racconta il mainstream non differisce di molto da quelli che sono i luoghi comuni diffusi nel micro-cosmo "alternativo" e "anti-sistema". Si potrebbe anzi dire che l'unica cosa che distingue gli uni dall'altro sono i giudizi di valore: mentre gli "anti-sistema" giudicano il regime di Assad come qualcosa di positivo, da difendere, il mainstream lo vede piuttosto come un male minore, se comparato al terrorismo jihadista.


 Che questa narrativa sia destituita di fondamento è ovvio a chiunque conosca i fatti e li sappia interpretare. I recentissimi attacchi israeliani in territorio siriano* smentiscono il punto cardine della teoria sopra descritta, e cioè che i paesi occidentali (e non solo) finanzierebbero e armerebbero la resistenza armata siriana perché intenzionati a rovesciare il regime di Assad. Ora, quando l'Occidente, insieme ai suoi alleati, vuole rovesciare un qualche regime lo fa e basta. E' accaduto in Jugoslavia, in Afghanistan, in Iraq, in Libia. Che bisogno ci sarebbe di perdere così tanto tempo (due anni!) e risorse nel finanziare e armare l'insorgenza armata senza passare all'attacco diretto? La spiegazione ufficiale del Pentagono (ripresa acriticamente dagli "anti-sistema") consiste nell'esagerare il potenziale bellico dell'esercito di Assad, in particolare della sua aviazione e del suo apparato di difesa anti-aerea. Ma i raid israeliani dimostrano (e non è la prima volta) che la difesa anti-aerea siriana non è più temibile di uno spaventapasseri, e che l'aviazione di quel paese è un'aviazione da Terzo Mondo, efficace nel terrorizzare e sconvolgere i villaggi dei contadini siriani, ma del tutto impotente di fronte ad una forza aerea moderna. In altre parole, le forze armate dei paesi occidentali avrebbero potuto, se avessero voluto, spazzare via il regime di Damasco in pochi giorni. Se avessero voluto.

Queste e simili considerazioni ci hanno sempre portato ad escludere (con piena ragione) che la NATO e gli USA avessero in mente una strategia di regime-change in Siria, e che perciò la giustificazione del genocidio siriano in nome del diritto all'autodifesa dello stato baathista fosse, oltre che profondamente immorale, anche priva di contatto con la realtà.

Ma torniamo all' articolo, il quale, al di là delle balle in esso contenute**, colpisce soprattutto per come "dipinge" le aree siriane liberate dalla resistenza. E' una descrizione che ben si attaglia all'idea che dopo Assad, la Siria non potrà che trasformarsi in un nuovo Afghanistan, ricco di talebani e molto vicino a casa nostra.

A me sembra un indizio che il mainstream si stia attrezzando per preparare il terreno ad un'invasione NATO (magari con paramenti ONU) della Siria che segua, e non determini, la caduta del regime baathista.

Mi rendo conto che questa affermazione possa suonare irrealistica, anzi temeraria. Ma è coerente con la designazione di "terroristi di Al Qaeda" che le autorità politiche e i media occidentali stanno facendo a danno di molte componenti della resistenza siriana. Se fin d'ora questi soggetti dipingono come pericolosi jihadisti i membri dell'attuale opposizione, non c'è nulla di più facile che tale giudizio porti ad inziative belliche quando quell'opposizione sarà al potere a Damasco.

Spero che uno scenario del genere non si realizzi mai. Ma se si realizzasse, sarà interessante constatare le reazioni degli "antimperialisti" nostrani. (C.M.)


* si possono fare le congetture più fantasiose sugli attacchi israeliani. La più realistica è questa: Hezbollah ha dispiegato gran parte delle sue forse e del suo arsenale in Siria a fianco del regime; l'Iran ha tentato di fargli avere una nutrita scorta di missili ad alto potenziale, e Israele, sentendosi minacciato, l'ha distrutta.
*+ Jabhat al Nusra, organizzazione che ha il solo scopo di combattere il regime siriano, è stata inclusa nella lista delle organizzazioni terroristiche da parte degli USA qualche mese fa. Tutto il mainstream afferma la sua appartenenza ad Al Qaeda dopo che l'organizzazione qaedista irachena, lo Stato Islamico in Iraq, ha dichiarato che Al Nusra era il suo braccio operativo in Siria. Al Nusra ha negato che ciò fosse vero, affermando invece una generica lealtà ad Ayman al Zawahiri, figura ormai semi-mitica di cui non si conosce l'ubicazione e lo stato e che è molto popolare tra i salafiti.

10 commenti:

  1. Gentile Claudio Martini,

    solo per sottolineare che oggi sul mio profilo facebook ho sostenuto quasi la stessa tesi, ponendo in relazione le dichiarazioni della Del Ponte con il bombardamento israeliano.

    La differenza tra me e te sta nel fatto che tu vedi soltanto due parti nella guerra siriana, mentre io da molto tempo ne vedo tre (e sono tre).

    Tu ti ostini a negare che Jabhat al nusra e Al Sham siano formazioni internazionaliste (anche se l'ultima è nata all'interno dell'esercito siriano libero). Eppure te lo può dire Ricucci come Del Grande. Ma basta che vai a vedere i video che ti ho segnalato nei quali Jabhat al nusra inneggia ad Osama Bin Laden. "Stranamente" Del Grande aveva già anticipato che si sarebbe verificato uno scontro tra la fratellanza e gli internazionalisti e aveva raccolto testimonianze di scontri che già si erano verificati.
    Persino Assad ha recentemente dichiarato che l'esercito siriano libero è stato sconfitto e che ormai è rimasta soltanto Al Qaida.
    Come già accadde in Iraq, quando nel 2007 la resistenza saddamista (escluso il gruppo di al duri)e quella della fratellanza formarono i "consigli del risveglio" e si allearono con gli stati uniti per combattere l'esercito islamico iracheno (c.d. Al Qaida), il quale impose lo stallo avendo come nemici anche gli sciiti (ti rendi conto quanto sono potenti i guerrieri internazionalisti? Hanno rovinato i piani sia agli stati uniti che alla resistenza saddamista), allo stesso modo Jabhat al nusra si scontrerà con la fratellanza musulmana (e con il battaglione dei curdi che si è sollevato). Ti ho già scritto che più passa il tempo e più Jabhat al nusra diverrà forte.
    Ovviamente, gli stati uniti e israele possono avere (e hanno) interesse ad appoggiare la rivolta della fratellanza e a lasciare che le monarchie saudite finanzino una parte della fratellanza. Ma, come avevo scritto, si deve escludere che possano lasciare che Jabhat al nusra controlli parte rilevante del territorio. Quindi, direttamente o indirettamente (attraverso le monarchie del golfo) interverranno, come ho scritto stamane sul profilo facebook, prendendo in giro ingenui antimperialisti e antisionisti che, come te ma da una parte opposta, negano l'essenza e l'esistenza di Jabhat al nusra.

    Tu immaginavi che la rivolta fosse socialista e laica (dovresti ammerlo ai tuoi nuovi lettori), mentre i socialisti erano i soliti pacifinti fuggiti all'estero dopo le prime repressioni e i primi arresti. E sbagliavi.
    Tu ora neghi che i ribelli, oltre alla fratellanza comprendano anche i Jihadisti internazionalisti, sebbene lo ammettano i Jihadisti, Assad, Del Grande Ricucci e chiunque vada a vedere i video (basta scrivere Jahbat al nusra su youtube).
    Tu tendi a confondere la realtà con i tuoi desideri.
    Jabhat al nusra è composta da ceceni (ci sono moltissimi filmati) Uzbeki, russi (sempre filmati) tunisini, afghani, algerini, egiziani e c'è pure un filmato di un cinese.
    Se vuoi te li posto.
    Stefano D'Andrea

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  2. Posto un po' di filmati, così si possono consocere gli islamisti internazionalisti (che non sono quelli che a torto o a ragione si dice siano stati finanziati dalle monarchie del golfo, alleate degli stati uniti). Sono nemici degli stati uniti e delle monarchie del golfo:

    CECENI: https://www.youtube.com/watch?v=-4VdGBgDZyw
    https://www.youtube.com/watch?v=Kbi3oINbb5A
    https://www.youtube.com/watch?v=GoOrMvliM3U

    TURCHI: https://www.youtube.com/watch?v=OqL23a_rY08

    GIORDANI (che dicono che dopo damasco marceranno su tel aviv) https://www.youtube.com/watch?v=lf2BonSBn9Y
    RUSSI (qui una donna; ma ce n'è un altro che non trovo nel quale erano in cinque e parlavano in tre): https://www.youtube.com/watch?v=VVqqiVrPf6s

    PALESTINESI: https://www.youtube.com/watch?v=iPAQnBEHfzI

    STATUNITENSI, https://www.youtube.com/watch?v=Ff3aB0TYXFw
    AUSTRALIAN: https://www.youtube.com/watch?v=dXuoLTSEbH0

    "AFGHANI"(OSSIA TAGIKI, UZBEKI, PAKISTANI)https://www.youtube.com/watch?v=iuUmZ1BDoLo

    LIBICI: https://www.youtube.com/watch?v=FpKXSAoRFyQ

    Ma agevolmente si trovano Egiziani, tunisini, Algerini, ecc. ecc.

    Tutti a liberare la patria siriana per consegnarla alla fratellanza musulmana, o addirittura alla democratica decisione dei cittadini?

    I salafiti vogliono ricostruire il califfato. Ovunque vanno conquistano un territorio e stabiliscono un emirato. I confini nazionali per loro sono linee tracciate dall'occidente. L'armata internazionalista combattente persegue questi fini.
    Perché negare la realtà?

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  3. Riposto il commento con il mio none (Stefano D'Andrea). Ho dimenticato di inserirlo nel precedente:
    Posto un po' di filmati, così si possono consocere gli islamisti internazionalisti (che non sono quelli che a torto o a ragione si dice siano stati finanziati dalle monarchie del golfo, alleate degli stati uniti). Sono nemici degli stati uniti e delle monarchie del golfo:

    CECENI: https://www.youtube.com/watch?v=-4VdGBgDZyw
    https://www.youtube.com/watch?v=Kbi3oINbb5A
    https://www.youtube.com/watch?v=GoOrMvliM3U

    TURCHI: https://www.youtube.com/watch?v=OqL23a_rY08

    GIORDANI (che dicono che dopo damasco marceranno su tel aviv) https://www.youtube.com/watch?v=lf2BonSBn9Y
    RUSSI (qui una donna; ma ce n'è un altro che non trovo nel quale erano in cinque e parlavano in tre): https://www.youtube.com/watch?v=VVqqiVrPf6s

    PALESTINESI: https://www.youtube.com/watch?v=iPAQnBEHfzI

    STATUNITENSI, https://www.youtube.com/watch?v=Ff3aB0TYXFw
    AUSTRALIAN: https://www.youtube.com/watch?v=dXuoLTSEbH0

    "AFGHANI"(OSSIA TAGIKI, UZBEKI, PAKISTANI)https://www.youtube.com/watch?v=iuUmZ1BDoLo

    LIBICI: https://www.youtube.com/watch?v=FpKXSAoRFyQ

    Ma agevolmente si trovano Egiziani, tunisini, Algerini, ecc. ecc.

    Tutti a liberare la patria siriana per consegnarla alla fratellanza musulmana, o addirittura alla democratica decisione dei cittadini?

    I salafiti vogliono ricostruire il califfato. Ovunque vanno conquistano un territorio e stabiliscono un emirato. I confini nazionali per loro sono linee tracciate dall'occidente. L'armata internazionalista combattente persegue questi fini.
    Perché negare la realtà?

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  4. 1) In Siria c'è una Rivoluzione a Pagamento composto inizialmente da mercenari pagati e armati dall'occidente, dal Qatar e Arabia Saudita con l'appoggio logistico della Turchia.

    2) Nel tempo si sono inseriti elementi diversi, indipendenti e autonomi dall'occidente ecc.

    3) Questo ha bloccato la messa in mora di Assad e ha bloccato la completa destabilizzazione dell'area

    4) in questo ping pong ci sono accelerazioni e fermi perchè nessuno riesce a prevedere cosa succederebbe dopo la destituzione di Assad

    5) Israele a prescindere continua la sua funzione di accelerazione della crisi, sicura di trarre dall' inevitabile anarchia che si verificherebbe, vantaggi.

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  5. Martellum,
    Claudio Martini aveva ragione quando fin da principio segnalava che la "rivoluzione" inizialmente in Siria era pacifica. Ed aveva ragione nel sostenere che le proteste pacifiche erano promosse (oltre che dalla fratellanza musulmana) da "laici" "socialisteggianti". Insomma la situazione era più simile all'Egitto e alla Tunisia che alla Libia.

    La repressione di Assad ha indotto la fratellanza a prendere le armi. Certamente una parte dei ribelli indigeni sono stati finanziati e aiutati da Turchia e monarchie del golfo; però una parte rilevante dei ribelli si è armata a proprie spese e combatte una rivoluzione che intende instaurare un sistema democratico nazionale a prevalenza islamista.

    Una parte degli ismlamisti (non solo in siria ma in tutto il mondo musulmano)è salafita. I salafiti non vogliono soltanto che la vita politica e sociale trovi fondamento nell'islam, sia pure tenendo conto della modernità. Vogliono il ritorno alle origini e l'applicazione della sharia.
    L'armata internazionalista è accettata espressamente da una parte dei salafiti (ma implicitamente da tutti o quasi, mi diceva giorni fa un tunisino, meravigliato per quanto si fossero moltiplicati in tunisia, dove prima quasi non c'erano). Essa è composta da guerrieri che hanno un progetto di guerra secolare per re-instaurare il califfato. Ad essi non interessano gli stati nazionali. Dentro uno stato possono esserci più emirati. Gli stati devono scomparire. E un emirato può essere istallato anche in terre che oggi appartengono a più stati. I vari emirati formeranno il Califfato.
    Stefano D'Andrea (continua)

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  6. (continua il commento precedente)
    La parte estrema dei salafiti, certamente l'internazionale islamista, è nemica degli Stati Uniti e di Israele, anche se la diffusione del salafismo è dipesa dalla volontà dell'arabia saudita (ma, come è noto, la casa regnante è considerata dai jihadisti una traditrice dell'islam, fin da quando, per difendersi dal supposto attacco di Saddam ai tempi dell'aggressione del Kuvait, si fece difendere dagli Stati Uniti, che autorizzò a installare basi in arabia saudita, anziché da Bin Laden che si era offerto di organizzare lui le difese se gli avessero messo a disposizione sessantamila uomini).
    L'armata internazionalista controlla territori in Afghanistan, in Iraq, nello Yemen, in Somalia (piccoli territori) in Somalia, in Mali e in Sudan (e forse altrove). E' il fenomeno politico più rilevante degli ultimi dieci anni (prima non esisteva). Igor Panarin, consulente geostrategico di Putin, ha previsto che tra dieci anni gli stati dovranno trattare anche con essa (forse ha esagerato; però almeno riconosce che esiste e la forza che ha). Però è un fenomeno misconosciuto, perché la sinistra occidentale non ammette che possano esservi islamisti nemici degli stati uniti e vuole considerarli tutti assoldati dagli stati uniti per destabilizzare gli stati "laici". Siccome nessuno ha simpatia per loro, tutti ne negano l'esistenza!
    L'armata internazionalista è composta da uomini tutti uguali a Pietro Micca, prontio a morire. Insomma non sono la brigata maiella, che perse soltanto settanta uomini. Ciò li rende non dico imbattibili ma fortissimi. In Afghanistan i talebani hanno adottato le tattiche degli internazionalisti: i kamikaze non li avevano mai usati, né contro i sovietici né nei primi anni di guerra contro gli stati uniti, fino a quando hanno deciso di utilizzarli e hanno riconquistato terreno. E in Iraq l'armata internazionalista ha imposto lo stallo a Stati Uniti, sciiti, e "consigli del risveglio" (saddamisti che non stavano con Al Duri e resistenza della fratelanza musulmana).
    Soprattutto sono pronti a combattere per decenni. Ne sentiremo parlare per i prossimi cinquanta anni. Tre uomini armati disposti a morire mettono in fila un intero villaggio di cinquemila persone.
    Stati Uniti e Israele non possono tollerare che l'armata internazionalista istauri un emirato in Siria, tanto più ai confini di israele. Vedremo come evolverà la situazione. La cosa più probabile è uno scontro tra Jabhat al nusra e alleati e fratellanza musulmana (è già accaduto in Iraq). Incidenti di questo tipo si sono già verificati. Ma fino a quando Assad è al potere, lo scontro totale non dovrebbe verificarsi. D'altra parte più Assad resiste e più Jabhat al nusra diventa forte. Perché in guerra, se sei un guerriero coerente fino alla morte, conquisti il consenso dei giovani (la resistenza salafita in Iraq era inizialmente quasi inesistente; ma in pochi anni conquistò il consenso degli iracheni, rovinando i piani della resistenza saddamista).
    Stefano D'Andrea

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  7. Per d'Andrea
    Si vede a occhio nudo che sai molto poco di Siria, Iraq, medio oriente e Islam in generale. D'altra parte si vede molto bene che sei convinto di sapere. Ciò fa di te il peggiore degli ignoranti. Mi piacerebbe poterti rispondere ora nel merito, ma

    1) non sarebbe una risposta sul tema del post, che ci vede (paradossalmente) accomunati dalla stessa opinione

    2) mi devo documentare per bene, ma proprio per bene bene, così da mostrare la profondità della tua ignoranza

    3) ho un esame domattina e un altro venerdì. (altri due a maggio)

    Perciò, quando avrò tempo ripubblicherò qui una risposta puntuale ai tuoi commenti, in buona parte basati su fesserie. Probabilmente la prossima settimana, se avrò tempo. Se no dopo

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  8. Scusa sono assolutamente OT anche perchè so pochissimo di Siria e dintorni, ma intervengo perchè non mi piace il tuo tono. Il sig. D'Andrea sarà convinto di sapere ma anche tu non scherzi. C'è bisogno poi di dire sei un ignorante? Potresti utilizzare non sono d'accordo con te. Invece di "La profondità della tua ignoranza" "mi devo documentarmi bene per dimostrati che sbagli" non sarebbe meglio? "Basati su fesserie" "basati su cose che non trovo corrette". Insomma scusa ma questo modo di fare mi sembra un pò arrogante al di fuori dei contenuti.

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  9. In Libia,non saranno stati laici socialisteggianti,magari componenti tribali,ma che c'entra? Non è popolo...poi si sono aggiunti come in Siria gente di tutte le tipologie,oltre a servizi segreti britannici e francesi.Gli effetti poi soho gli stessi,con una differenza che sembra per tutti ininfluente: che la Russia a posto il veto all'Onu stavolta.quindi niente fly zone interventi diretti.
    Che poi i golpisdti intendano sostituire Assad con una democrazia,è tutto da vedere.Magari come Morsi che,eletto col 25%,pretendeva di far ciò che voleva...
    Vorrei dire a Pietro Micca,che la Siria(che conosco) non è l'Afghanistan (chr connosco).La diversità del territorio impone tattiche diverse.I talebani hanno sconfitto i russi senza kamikaze,perchè l'Afghanistan è incontrollabile da chiunque.Diversamente dalla Siria.
    Purtroppo in guerra,conterà certo il coraggio e tutte le virtu combattenti (che però i nostro ritiene inutilo in Italia,paese occupato),ma sopratutto armi...e infatti i golpisti stanno perdendo.Tutto all'incontrario del nostro Pietro Micca deamicisiano,che non sa di che parla.

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