sabato 1 giugno 2013
Un accordo storico? Una storica disgrazia
Si parla di accordo storico. La Confindustria e la Triplice sindacale hanno operato una sensibile riforma del diritto del lavoro in Italia, in attesa che i partiti che di queste forze sono la rappresentazione politica (Pd e PdL) operino una sensibile riforma della Costituzione. In un caso come nell'altro si sono fatte le larghe intese. L'accordo appare davvero come il sigillo di un'allenza sindacati maggiori-industriali che ha come obiettivo eliminare la possibilità che i lavoratori si organizzino autonomamente contro le misure per rendere "competitiva" l'impresa italiana. In quanto tale è segno di un nuovo "autoritarismo sindacale" dei confederali contro chiunque esprima dissenso (e ne avevamo già avuto inquietanti avvisaglie).
In particolare, i sindacati minori e più radicali vengono di fatto taglliati fuori. E tutto questo, purtroppo, con il pieno assenso della FIOM.
A livello delle parti sociali dunque l'impianto dell'euro ha già vinto. Il valore fondamentale è la concorrenza: tra i lavoratori tra loro, tra le imprese, tra gli Stati.
Chiunque abbia intenzione di provare a ricostruire quanto è andato distrutto in questi anni deve sapere che troverà, come primi avversari, i sindacati maggiori. (C.M.)
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le caste si ricompattano e si uniscono, dopo le amministrative hanno ripreso coraggio
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