Segnalo una interessante lettera inedita di Costanzo Preve, risalente a una decina d'anni fa e pubblicata sul sito di "Sollevazione":
http://sollevazione.blogspot.it/2014/12/di-che-movimento-politico-abbiamo.html
(M.B.)
domenica 28 dicembre 2014
venerdì 26 dicembre 2014
L'antipolitica, quella vera
Qualche tempo fa la stampa ha riportato la notizia delle aggressioni verbali in rete ad Antonio Boccuzzi, ex operaio Thyssenkrupp scampato all'incidente in cui morirono sette suoi colleghi, e diventato deputato PD. Le aggressioni derivavano dalla sua scelta di votare a favore del “Jobs act”. Non intendo qui discutere di questa sua scelta, aggiungo solo che le violenze verbali o gli auguri di morte rivolti agli avversari politici sono una cosa stupida e deprecabile. Volevo invece riflettere su un altro punto. Prima di leggere questa notizia, io non sapevo nulla dell'on.Boccuzzi. Su wikipedia trovo che è un sindacalista UIL, e che nella sua attività di parlamentare si è occupato, com'è naturale, di problemi del lavoro. La domanda che nasce spontanea è, ovviamente: perché questa persona, degnissima ma evidentemente simile a tante altre, diventa deputato? Sappiamo tutti che c'è una sola risposta: perché è scampato a un incidente che ha avuto grande risonanza mediatica. I vertici PD che lo hanno scelto, e gli elettori PD che lo hanno votato, ritengono evidentemente del tutto normale determinare il corpo legislativo della Nazione in questo modo. Il punto interessante sta nel fatto che, io credo, nessuno, fra coloro che hanno scelto Boccuzzi, adotterebbe lo stesso criterio in altre situazioni. Immaginiamo di avere un serio problema medico, di star cercando uno specialista e di rivolgerci ad un amico per un consiglio. L'amico ci consiglia il dott.XY. Noi gli chiediamo “è bravo?” e l'amico ci risponde “non lo so, ma si è salvato da un incidente all'ospedale nel quale sono morti vari suoi colleghi”. Ovviamente penseremmo che l'amico è impazzito, o ci vuole prendere in giro, o forse non ci è poi tanto amico. Allo stesso modo, se fossimo coinvolti in una vicenda giudiziaria, o se avessimo dei soldi da investire, ci affideremmo ad un avvocato o ad un esperto di finanza il cui principale titolo di merito fosse l'essere sopravvissuto ad un incidente? È ovvio che il giochetto si può ripetere per qualsiasi professione. Qual è il punto? Il punto è che la salute, i processi, i soldi (e i tanti altri problemi della vita quotidiana) sono cose serie, e nessuno vuole correre il rischio di affidarsi, quando si tratta di cose serie, a persone sulle cui capacità si possono nutrire dubbi. Ma è appunto quello che succede se il criterio di scelta è il fatto di essere sopravvissuto ad un incidente.
Con questo non si vuol dire che la politica debba essere lasciata in mano a ristretti gruppi di “esperti”, o che un operaio non possa andare in Parlamento. Il vero punto è il criterio di selezione. In questa vicenda, e in tante simili (magari senza fatti tragici sullo sfondo) quello che appare evidente è che il criterio di scelta è la notorietà mediatica, comunque ottenuta. E allora l'obiezione sopra svolta si può ripetere: è questo un criterio che sarebbe sensato adottare nelle vicende serie della vita, come quelle prima indicate? Mi sembra evidente che la risposta è no.
Che cosa ci dice allora questa vicenda? Ci dice che elettori e vertici del PD, evidentemente, non credono che la politica sia una cosa seria. E poiché analoghe vicende vi sono state in tutti i partiti, e non hanno causato particolari proteste mediatiche, possiamo dire che l'intero ceto dirigente italiano è convinto che la politica non sia una cosa seria, e che la maggioranza degli elettori italiani condivide questa opinione. È questa l'antipolitica, quella vera. Non Grillo.
(M.B.)
Con questo non si vuol dire che la politica debba essere lasciata in mano a ristretti gruppi di “esperti”, o che un operaio non possa andare in Parlamento. Il vero punto è il criterio di selezione. In questa vicenda, e in tante simili (magari senza fatti tragici sullo sfondo) quello che appare evidente è che il criterio di scelta è la notorietà mediatica, comunque ottenuta. E allora l'obiezione sopra svolta si può ripetere: è questo un criterio che sarebbe sensato adottare nelle vicende serie della vita, come quelle prima indicate? Mi sembra evidente che la risposta è no.
Che cosa ci dice allora questa vicenda? Ci dice che elettori e vertici del PD, evidentemente, non credono che la politica sia una cosa seria. E poiché analoghe vicende vi sono state in tutti i partiti, e non hanno causato particolari proteste mediatiche, possiamo dire che l'intero ceto dirigente italiano è convinto che la politica non sia una cosa seria, e che la maggioranza degli elettori italiani condivide questa opinione. È questa l'antipolitica, quella vera. Non Grillo.
(M.B.)
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sabato 20 dicembre 2014
A volte sono strani
Intendo i giornalisti. Leggete per esempio qui: si parla di un sondaggio nel quale viene chiesto chi si desidererebbe come prossimo Presidente della Repubblica fra Napolitano, Bonino, Prodi, Draghi, Padoan, Veltroni. La maggioranza relativa (39%) risponde che non lo sa. Fra chi esprime una preferenza, il più "votato" è Napolitano, che raggiunge il 19%. Se questo sondaggio esprime correttamente le opinioni degli italiani, ciò vuol dire che circa un italiano su cinque desidera Napolitano come nuovo (si fa per dire) Presidente, mentre la maggioranza relativa degli italiani non si riconosce in nessuno dei nomi proposti. Bene, l'articolo riporta questa notizia scrivendo "Gli italiani, qualora potessero scegliere, al Colle vorrebbero ancora Giorgio Napolitano". A volte i giornalisti sono davvero strani.
(M.B.)
(M.B.)
mercoledì 17 dicembre 2014
Duro lavoro
L'onorevole PD Micaela Campana è stata attaccata perché il suo nome compare nelle indagini su "Mafia Capitale". Replica alle critiche in questa intervista al Corriere della Sera. Fra le altre cose, ci spiega che ha "lavorato duro per 17 anni", partendo "dalle periferie difficili di Roma". Viene spontaneo chiedersi quale sia il risultato di questi 17 anni di duro lavoro. Mi par di capire che le difficili periferie romane siano ancora lì, con tutti i loro problemi. Ma Micaela Campana adesso è deputata, con i suoi 10.000 o 15.000 euro mensili (chi lo sa precisamente?), e col vitalizio assicurato, se non erro. 17 anni di duro lavoro a qualcosa sono serviti, dopotutto.
(M.B.)
(M.B.)
martedì 16 dicembre 2014
Solidarietà a Giulietto Chiesa, contro tutti i regimi
Giulietto Chiesa è stato arrestato, e successivamente rilasciato, dalle autorità estoni. A quanto pare l'arresto è avvenuto poco prima dello svolgimento di un incontro, a carattere internazionale, a cui il giornalista doveva prendere parte. E' evidente che le autorità estoni hanno voluto impedire a Chiesa di partecipare all'evento, per ragioni squisitamente politiche.
Non sappiamo ancora quale sia stato il mezzo impiegato per fermare ed espellere Giulietto Chiesa. Una possibilità è che sia rimasto destinatario di una "semplice" misura amministrativa di espulsione, che esiste anche nel nostro ordinamento, ma che se slegata da concrete esigenze di sicurezza nazionale implica una violazione del Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici (art. 13), della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (art. 16) e della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea (art. 45).
Un'altra possibilità è che Chiesa sia stato dichiarato Persona Non Grata. Tuttavia, quest'ultima è una misura solitamente riservata ai diplomatici: infatti la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, al suo art. 9, stabilisce che ogni Stato può dichiarare P.n.G. qualunque membro delle missioni diplomatiche straniere, senza dover rendere motivazioni del proprio provvedimento. In rari casi ciò avviene anche ai danni di semplici cittadini: è accaduto a Gunter Grass e, sempre in un paese ex-sovietico, anche ad Al Bano.
Si tratta in ogni caso di un atto grave, preoccupante e ingiustificabile, e non c'è bisogno di spendere parole per spiegare perché.
Massima solidarietà a Giulietto Chiesa, dunque, e un augurio a riprendere al più presto la sua attività politica e giornalistica. Cogliamo l'occasione per esprimere la massima vicinanza umana a tutti quei professionisti dell'informazione, nonché attivisti politici, che in questi anni (e in questi giorni) hanno rischiato, o rischiano, hanno perduto, o stanno perdendo, la vita, la libertà, la sicurezza, gli affetti più cari per difendere un ideale o fare semplicemente il proprio mestiere; contro tutti i regimi, siano essi in Russia o in Cina, in Sudan o in Bielorussia, in Siria o in Iran. (I collaboratori del blog)
Non sappiamo ancora quale sia stato il mezzo impiegato per fermare ed espellere Giulietto Chiesa. Una possibilità è che sia rimasto destinatario di una "semplice" misura amministrativa di espulsione, che esiste anche nel nostro ordinamento, ma che se slegata da concrete esigenze di sicurezza nazionale implica una violazione del Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici (art. 13), della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (art. 16) e della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea (art. 45).
Un'altra possibilità è che Chiesa sia stato dichiarato Persona Non Grata. Tuttavia, quest'ultima è una misura solitamente riservata ai diplomatici: infatti la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, al suo art. 9, stabilisce che ogni Stato può dichiarare P.n.G. qualunque membro delle missioni diplomatiche straniere, senza dover rendere motivazioni del proprio provvedimento. In rari casi ciò avviene anche ai danni di semplici cittadini: è accaduto a Gunter Grass e, sempre in un paese ex-sovietico, anche ad Al Bano.
Si tratta in ogni caso di un atto grave, preoccupante e ingiustificabile, e non c'è bisogno di spendere parole per spiegare perché.
Massima solidarietà a Giulietto Chiesa, dunque, e un augurio a riprendere al più presto la sua attività politica e giornalistica. Cogliamo l'occasione per esprimere la massima vicinanza umana a tutti quei professionisti dell'informazione, nonché attivisti politici, che in questi anni (e in questi giorni) hanno rischiato, o rischiano, hanno perduto, o stanno perdendo, la vita, la libertà, la sicurezza, gli affetti più cari per difendere un ideale o fare semplicemente il proprio mestiere; contro tutti i regimi, siano essi in Russia o in Cina, in Sudan o in Bielorussia, in Siria o in Iran. (I collaboratori del blog)
domenica 14 dicembre 2014
Signorilità
Non è una notizia freschissima, ma comunque interessante. Spero apprezzerete l'eleganza della direttrice generale di Confindustria. Poteva uscirsene, che so, con una frase del tipo “La volontà dei cittadini democraticamente espressa? Me ne frego!”, che è il modo in cui si sarebbe probabilmente espresso quell'altro signore che, anche lui, non amava troppo il voto democratico, specie quando i cittadini votano nel modo sbagliato. Invece la signora Panucci, una vera signora, ha evitato queste volgarità, e gliene siamo sinceramente grati.
(M.B.)
giovedì 11 dicembre 2014
Poche semplici parole
Qualche volta Beppe Grillo la dice veramente giusta. A Giorgio Napolitano, che pomposamente esterna contro la cosiddetta "antipolitica", Grillo ribatte "mentre la Repubblica affondava nel fango, lei dov'era?". E mi sembra un'ottima domanda, che prevedibilmente non riceverà risposta.
(M.B.)
(M.B.)
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