Segnaliamo questo breve quanto efficace paper degli economisti greci Theodore Mariolise Apostolis Katsinos. Lo abbiamo scovato tra i commenti dell'ottimo blog di Alberto Bagnai, e ci
sembrava il caso di porlo in maggiore evidenza. Sappiamo ormai che il
catastrofismo sulle sorti dell'Italia dopo l'ingresso nella Lira (suona
meglio di uscita dall'Euro, no?) non ha alcun fondamento pratico e
teorico, e costituisce pura propaganda di guerra (quella che combattono
contro di noi). Ma a molti lo stesso catastrofismo appare giustificato,
solo se all'Italia si sostituisce la Grecia. In fondo quest'ultima è una
piccola e marginale contrada, si dice, che importa quasi tutto ed è
priva di una propria base industriale. Una valuta che rispecchiasse i
poveri fondamentali economici della Grecia, si conclude, getterebbe i
suoi cittadini nella miseria. Eppure i due economisti, al termine della
loro ricerca, scrivono:
Utilizzando semplici modelli di prezzo input-output , è stato stimato che una svalutazione del 50% della dracma
non implica, direttamente o indirettamente, grandi "pressioni" inflazionistiche,
come comunemente si crede, e che in effetti potrebbe aumentare la
competitività internazionale dell'economia di circa il 37% e ridurre il deficit
del saldo di beni e servizi di circa l' 89%.
Forse sarebbe il caso di mantenere la calma e fermarsi a riflettere, prima di arrendersi ad un panico immotivato. Conoscere un po' meglio la scienza economica, ed i contenuti di lavori come questo ci aiuta a dissipare le sciocchezze e il terrorismo dei ceti dominanti e dei loro media. (Claudio Martini)
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