lunedì 5 novembre 2012

Il silenzio del mainstream sulla Grecia

di Fabrizio Tringali
In Grecia continuano gli scioperi contro il nuovo pacchetto di austerity imposto dalla troika. Iniziano i giornalisti e poi, via via, proseguono tutte le altre categorie. Finalmente possiamo vedere anche in Italia un po' di solidarietà europea, infatti i giornalisti nostrani devono aver aderito allo sciopero di quelli greci, visto che non ci raccontano nulla di quello che succede laggiù, né dei contenuti degli accordi tra governo e troika, e nemmeno del fatto che il nuovo disastroso intervento sulle pensioni, che prevede l'innalzamento dell'età pensionabile da 65 a 67 anni e riduce del 5-10% i trattamenti pensionistici, è stato giudicato incostituzionale dalla Corte dei Conti greca.

3 commenti:

  1. Sono anni che si sciopera, almeno in Grecia, senza che questo smuova la troika dai propri sanguinari intendimenti. Evidentemente, ci sono logiche che trascendono i semplici concetti di giustizia, uguaglianza, solidarietà e fratellanza che sono alla base dell' indignazione impotente di chiunque sia in grado di interpretare gli attuali equilibri socio-economici europei (beh, diciamo capitalistici). Quindi, il teatrino procede senza scosse: qualche manifestazione, qua e là qualche "facinoroso" a frantumare sfortunate vetrine con, il giorno dopo, unanime condanna dell' "intero arco costituzionale". Sostanzialmente, coscienti o meno, si sta a guardare.

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  2. La troika ... ... ... kamenev, stalin, zinoviev (in ordine alfabetico rigoroso).

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  3. Secondo Mark Mazower, professore della Columbia University specializzato nella storia delle vicende della Grecia moderna e dei Balcani «è una deriva pericolosa quella che sta emergendo in Europa. [...] Potremmo essere sempre più vicini ai limiti di tolleranza pubblica [...] Il punto di non ritorno sarà la completa delegittimazione della classe politica in Grecia».

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