giovedì 29 novembre 2012

Buon compleanno Goofy

Il blog si prende una breve pausa, dato che Marino, Claudio ed io andiamo a Pescara. Ci vediamo lì con chi viene!
Qui il programma:  http://www.unich.it/docenti/bagnai/goofy/Programma.pdf

mercoledì 28 novembre 2012

Contributi pubblicati su Byoblu.com

Vi segnalo due contributi pubblicati da byoblu, con il quale ho il piacere di collaborare:

1) Un esempio di come cambiano gli aspetti della nostra vita concreta "grazie" ai vincoli europei: http://www.byoblu.com/post/2012/11/24/Il-patto-di-stabilita-Serve-a-privatizzare!.aspx

2) Un commento al recente documento ufficiale pubblicato da Palazzo Chigi in occasione del primo "compleanno" del governo Monti. L'esecutivo esplicita alcune semplici, ma inquietanti verità....

lunedì 26 novembre 2012

Le stesse cose ritornano

Riprendiamo una intervista a Vendola di qualche tempo fa. Ci pare che essa rappresenti bene il tipo di operazione che sta tentando il leader di SEL: da una parte si dicono “cose di sinistra” contro il liberismo, l'austerità, la politica di Monti e così via, dall'altra si cerca un accordo elettorale con il PD (cioè con il ceto politico che da decenni è alfiere di politiche antipopolari e oggi sostiene l'austerità del governo Monti), non si esclude la possibilità di Monti al  Quirinale e si accetta l'idea di accordi con Casini per “gli  Stati Uniti d'Europa”, cioè per rafforzare quella mostruosa UE  che ci impone l'austerità, lo stravolgimento della Costituzione e la cancellazione di quel poco di sovranità e democrazia che ancora possediamo.
Si prova davvero un certo sgomento a veder ripetere una serie di meccanismi che già hanno portato ai disastri operati da Rifondazione, e che già avevo analizzato, assieme al compianto Massimo Bontempelli, ne “La sinistra rivelata”. Per non dilungarmi, ripeterò in forma schematica: SEL non ha ovviamente la minima possibilità di far passare dei contenuti alternativi in un futuro governo Bersani. Il suo ruolo, se il gioco di Vendola riesce, sarà solo quello di decorare con chiacchiere di sinistra una politica ferocemente antipopolare. La funzione di SEL è una sola, la stessa di Rifondazione ai tempi dei governi di centrosinistra: raccattare un po' di voti “di sinistra” per politiche feroci e distruttive, e in generale “coprire a sinistra” governi il cui scopo è la distruzione di diritti e redditi dei ceti subalterni e la regressione civile del paese, in modo da rendere più difficile la creazione di un'opposizione vera a tali governi. Questo ruolo, che fu di Rifondazione e oggi è di SEL (e del PdCI) è totalmente negativo. Non si può che augurarsi che tali realtà politiche spariscano dalla faccia della terra. Quando succederà, sarà sempre troppo tardi.
(M.B.)


domenica 25 novembre 2012

Odifreddi censurato

Ha fatto un certo rumore, almeno sul web, la notizia della censura subita da Odifreddi da parte di Repubblica, e la sua conseguente decisione di chiudere il suo blog interno al sito di Repubblica. Qui trovate il post di saluto di Odifreddi ai suoi lettori. Per avere un'idea della discussione in rete basta digitare "Odifreddi repubblica censura" su google. Qui non voglio intervenire nella discussione. Mi limito, com'è ovvio, ad esprimere la mia solidarietà al collega ed amico Odifreddi, e a suggerirgli un tema di riflessione. Odifreddi ha formulato per anni critiche molto dure nei confronti della Chiesa cattolica, sia tramite Repubblica sia in altre sedi, senza mai, che io sappia, subire censura. E' stato censurato solo quando ha criticato lo Stato di Israele. Questo dovrebbe far riflettere seriamente su quali siano oggi, nell'Impero di cui noi siamo provincia, le gerarchie del potere.
(M.B.)

sabato 24 novembre 2012

Letture per il fine settimana

Segnaliamo in primo luogo due articoli dal "Manifesto" di giovedì scorso. Il primo di essi spiega con chiarezza le ragioni dei contrasti fra FMI e Commissione europea. Il problema di fondo, come dice il titolo dell'articolo, è lo scontro su chi paga, su "chi dovrà sostenere le perdite per l'ineludibile cancellazione di parte del debito" (della Grecia). Il secondo articolo è invece un bilancio del primo anno del governo Monti. Esso mostra, dati alla mano, come l'azione del governo Monti non sia solo nefasta sul piano della democrazia e dei diritti, ma sia anche un fallimento sul piano strettamente economico ("tecnico", se vogliamo). Sono interessanti le conclusioni dell'autore. Di fronte alle prospettive che ci sono di fronte, catastrofiche per il nostro paese, le uniche alternative possibili sembrano essere da una parte il tentativo di contrattare un ammorbidimento del Fiscal Compact, dall'altra la richiesta ufficiale di "aiuti". Ma la prima possibilità appare poco realistica e comunque poco capace di cambiare la situazione (si tratterebbe di una morte un po' più lenta invece di una morte un po' più veloce), mentre la richiesta di "aiuti" è la perdita definitiva di sovranità e democrazia (non a caso la Spagna continua a rimandare tale richiesta). L'articolista del "Manifesto" non prende minimamente in considerazione l'alternativa dell'uscita dall'euro. Si vede qui, nell'analisi di una persona seria come è evidentemente l'autore, che, al netto di tutte le chiacchiere "alternative", "trasgressive" e "attiviste" di cui abbonda la sinistra chic, la situazione è chiara e netta: se non si prende in considerazione l'ipotesi di uscita dall'euro la macellaria sociale è assicurata.
Segnaliamo infine questo articolo di J.Sapir. Oggi si fa un gran parlare del "più Europa" come soluzione all'attuale crisi. L'articolo di Sapir prova a fare un po' di conti per capire se una soluzione di tipo federale potrebbe davvero essere di aiuto. Il risultato è che uno Stato federale, con trasferimenti dalle zone forti alle zone deboli per permettere a queste ultime di recuperare, si tradurrebbe in pratica in un salasso di Germania (soprattutto), Austria, Olanda, Finlandia a vantaggio dei paesi più deboli. E non c'è ovviamente la minima possibilità di far accettare un simile trasferimento di ricchezza ai popoli del Nord. In sostanza, come dice la curatrice del sito "Voci dall'estero" in un commento, nell'articolo di Sapir si comincia "a metter in evidenza con dati concreti come questa idea dell'unione fiscale con trasferimenti compensativi sia quanto meno campata per aria, infattibile, e l'unica realtà che può venir fuori (e si vuole ottenere) da un "più europa" è un commissariamento politico e una svendita".
(M.B.)

venerdì 23 novembre 2012

Martedì prossimo a Piacenza

Martedì 27 novembre, a Piacenza, presso il caffè letterario Baciccia, al numero 7 di via Dionigi Carli, presenterò "La trappola dell'euro". L'appuntamento è alle ore 21.
(M.B.)

mercoledì 21 novembre 2012

Il tablet a scuola è una stupidaggine

Fa davvero cadere le braccia vedere come politici, giornalisti e gente comune si entusiasmino all'idea di portare il tablet nelle scuole. Nessuno si pone la domanda del perché farlo, che senso abbia, a cosa serva. Perché porsi simili domande significa discutere di cos'è la scuola: perché farla, che senso abbia, a cosa serva. E nessuno ne ha ovviamente la minima idea. Difficile discuterne in un post. Ne ho parlato anni fa in un testo che ha un po' circolato in rete, lo trovate per esempio qui.
Anche senza fare discorsi particolarmente profondi, dovrebbe essere chiaro a chiunque abbia a che fare con bambini e ragazzi come uno dei veri problemi oggi sia quello di riuscire a farli concentrare nello studio. E chiunque lavori su un computer collegato in rete sa che la rete ha una immensa capacità di distrazione. Basta fare due più due per capire che portare la rete in classe significa distruggere la capacità di concentrazione e di studio autonomo, proprio nell'età in cui questa capacità deve essere formata ed educata. Ma il sapere non salta fuori dal computer o da internet. Nasce solo dalla capacità di studiare, dallo sforzo di concentrazione, dalla volontà di capire fino in fondo. Distruggendo tutto questo, il tablet a scuola ci prepara generazioni di uomini e donne che avranno visto tutto e non avranno capito nulla. Ma probabilmente è proprio quello che si vuole.
(M.B.)

lunedì 19 novembre 2012

In Europa sì, ma da Austriaci


Passeggiando per il Web si trovano delle autentiche chicche. Ieri ho trovato questa.
Ne consiglio fortemente la lettura.

I più informati sapranno che quando si parla della Scuola Austriaca non si sta certo parlando di pensiero mainstream. La tassonomica delle Scienze Economiche li colloca nella categoria dei filoni eterodossi. A livello accademico non sono più diffusi dei marxisti, e l'economista medio generalmente considera con un misto di ironia e compassione le loro "teorie".

sabato 17 novembre 2012

Come ti "cucino" la notizia


(C. M.) A volte non c'è bisogno di leggere gli articoli per capire se ci troviamo di fronte alla mistificazione, e non all'informazione. Lo abbiamo già visto qui. Esamineremo brevemente come le testate del mainstream italiano hanno mistificato le notizie relative all'attuale conflitto di Gaza.

Lo faremo guardando soltanto alle immagini e all'importazione grafica delle notizie.


giovedì 15 novembre 2012

L'unica democrazia del Medio Oriente?

Una notizia ANSA di qualche giorno fa ci ricorda, caso mai ce ne fossimo dimenticati, che cosa sia lo Stato di Israele, quello che i suoi sostenitori fino a poco tempo fa definivano “l'unica democrazia del Medio Oriente”.  A quanto pare, se Abu Mazen dovesse insistere nel chiedere il riconoscimento della Palestina come Stato all'ONU (in qualità di osservatore, non membro), Israele potrebbe decidere di rovesciarlo. Ricordiamo inoltre che un paio di anni fa Israele proibì a Noam Chomsky di tenere una lezione all'Università palestinese di Ramallah, una città che non rientra certo all'interno dei confini dello Stato di Israele. Ora, sarebbe facile dilungarci in battute pensando a cosa succederebbe se uno Stato europeo proibisse ad un famoso intellettuale ebreo di parlare in una Università, ma non vogliamo soffermarci su questo.

mercoledì 14 novembre 2012

Cambia il vento?


di Fabrizio Tringali
In ossequio al nome del nostro blog, cerchiamo di darvi notizia dei momenti in cui all'interno del mainstream qualcuno rompe i "tabu" del pensiero unico. Di solito, infatti, quando questo succede, significa che tra le "alte sfere" cominciano a farsi strada idee ed opinione impensabili fino a poco tempo prima.
Ebbene: se pensavate che sul Corriere della Sera non avreste mai letto nulla di critico verso l'eurozona e se pensavate che il quotidiano di Via Solferino non si sarebbe mai sognato di mettere in discussione il fatto che dalla crisi usciremo grazie a "più Europa", leggetevi questo editoriale di Giovanni Sartori pubblicato lunedi 12 Novembre, in cui il noto scienziato politico definisce l'eurozona un "animale assurdo" e spiega le ragioni per cui ritiene assurdo pensare di risolvere i problemi con maggiore integrazione politica fra gli Stati.

Certo, l'articolo contiene molte cose non condivisibili, ma non è importante elencarle. Ciò che è importante è il fatto che l'editoriale di punta del Corriere della Sera sia un sostanziale "j'accuse" non solo contro l'euro e contro le misure politiche ed economiche che i vertici europei ci stanno imponendo, ma anche contro gli stessi pilastri del mercato unico!
Di quanto sia significativo tutto ciò, si accorge Gianluigi Paragone, da tempo attento a questi temi, che dalle colonne di Libero rilancia la discussione sul ruolo dello Stato nell'economia, che in tempi di crisi può azionare la leva della spesa pubblica in chiave anticlica, e sulla necessità di introdurre misure a protezione delle economie nazionali.
Non possiamo sapere quanto dureranno i countdown per l'euro e per l'Unione Europea. Ma di certo sono iniziati.

martedì 13 novembre 2012

Alcuni interventi

Segnaliamo alcuni interventi in rete su "La trappola dell'euro". Li trovate qui, qui e qui.
Già che ci siamo, segnaliamo anche l'articolo "Ripoliticizzare la decrescita", a firma mia e di Fabrizio, pubblicato sull'ultimo numero di alfabeta2. Il sommario dell'ultimo numero della rivista lo trovate qui.
(M.B.)

domenica 11 novembre 2012

Parliament addicted

Per capire “a che punto è la notte”, vale la pena di leggere questa intervista a Diliberto.
E' notevole il passaggio nel quale Diliberto spiega che “solo una cosa c’è in ballo: se non torniamo in parlamento, altri cinque anni così, consegnano i comunisti all’inesistenza”. Per cui a qualunque costo e in qualsiasi modo, loro devono tornare in Parlamento. Non ne possono fare a meno. Senza una poltrona parlamentare vanno in crisi di astinenza. Comunisti parlamentodipendenti. Parliament addicted, si potrebbe dire in questi tempi di imperante anglofilia.
Lo ammetto, prendersela con i Comunisti Italiani può apparire manifestazione di scarsa pietas.
Per cui non voglio usare toni indignati od offensivi. Ormai comincio ad “avere un'età”, come si suol dire, e non ho riserve infinite di indignazione. Tutta quella che potevo impiegare nei confronti di Diliberto e soci l'ho consumata al tempo della guerra di aggressione alla Jugoslavia, quando, lo ammetto, ho perso un po' del mio aplomb di fronte allo spettacolo surreale di un Partito Comunista che partecipa ad un'aggressione imperialistica dichiarandosi ovviamente ora e sempre antimperialista, di militanti che agitano bandiere rosse e pugni chiusi contro le guerre della NATO mentre i loro dirigenti partecipano ad un governo che fa la guerra della NATO, di politici e intellettuali che si producono in capriole dialettiche mentre le bombe esplodono su Belgrado.
Cerco quindi di esprimere nella maniera più fredda possibile un giudizio politico sulla scelta del PdCI di cercare un'alleanza col PD.

giovedì 8 novembre 2012

C'era una volta il pensiero critico

Per proseguire la nostra indagine sul mondo intellettuale, può risultare interessante la lettura di questo articolo di Mario Tronti, dall'Unità del 24 ottobre.
Tronti discute delle primarie del PD, in particolare della contrapposizione Bersani-Renzi, e si schiera decisamente a favore del primo.
Come possono intuire i lettori del nostro blog, questo tema non ci appassiona, e non è nostra intenzione intervenire nelle lotte di potere interne al PD. Ciò che ci interessa, invece, è riflettere sulla natura del ceto intellettuale dei giorni nostri.

mercoledì 7 novembre 2012

E' arrivato il tramonto dell'euro

No, non è ancora la fine della moneta unica. E' il titolo dell'ultima fatica di Alberto Bagnai, che finalmente oggi esce in libreria.
Siamo tra coloro che da tempo chiedevano ad Alberto lo sforzo di proporre le sue riflessioni in un testo organico e siamo davvero molto felici che questo libro veda la luce. Sappiamo che potrà illuminare molto del buio di ignoranza (e di falsità ideologiche) che circonda le questioni relative alla moneta unica.
Certamente riscuoterà il successo che merita (anzi, online lo sta già riscuotendo). Tutti in libreria!


lunedì 5 novembre 2012

Il silenzio del mainstream sulla Grecia

di Fabrizio Tringali
In Grecia continuano gli scioperi contro il nuovo pacchetto di austerity imposto dalla troika. Iniziano i giornalisti e poi, via via, proseguono tutte le altre categorie. Finalmente possiamo vedere anche in Italia un po' di solidarietà europea, infatti i giornalisti nostrani devono aver aderito allo sciopero di quelli greci, visto che non ci raccontano nulla di quello che succede laggiù, né dei contenuti degli accordi tra governo e troika, e nemmeno del fatto che il nuovo disastroso intervento sulle pensioni, che prevede l'innalzamento dell'età pensionabile da 65 a 67 anni e riduce del 5-10% i trattamenti pensionistici, è stato giudicato incostituzionale dalla Corte dei Conti greca.

domenica 4 novembre 2012

Il M5S sarà l'alternativa o l'ennesima delusione?

di Fabrizio Tringali

Era l'inizio dell'estate del 2011 quando Marino Badiale ed io scrivevamo che i temi legati alle questioni europee sarebbero diventati i punti cruciali della discussione politica in Italia. E lanciavamo una riflessione sull'opportunità di abbandonare la moneta unica e l'Unione Europea.
Finalmente, dopo un anno e mezzo, questi temi non solo non sono più un tabù, ma, come prevedibile, riscuotono sempre maggiore consenso.
E finalmente se ne parla un po' ovunque. In moltissimi siti web, sui quotidiani e anche in televisione, grazie all'impegno di byoblu e alla competenza e bravura di Alberto Bagnai. Era ora. 
Tutto ciò non è casuale. E' il segno che sta emergendo nella società, se non già una maggiore consapevolezza sulle nefaste conseguenze dell'adesione ai vincoli europei, quanto meno l'esigenza di un dibattito su questi temi libero da dogmi e preconcetti. Un dibattito che in Italia non è mai stato possibile fare, perché se si spoglia questa discussione dallo stretto abito della mera ideologia europeista, non resta modo di difendere scelte folli, autoritarie ed antipopolari come quelle che ci hanno portato nella trappola dell'euro.

E non a caso, in vista delle prossime elezioni politiche, da più parti si chiede, opportunamente, all'unico soggetto politico che si pone concretamente in opposizione ai vari schieramenti della casta, di prendere posizioni chiare e nette sull'euro e sull'appartenenza alla UE.
Sono questi, infatti, i veri temi discriminanti. Sappiamo da che parte stanno tutti i partiti politici esistenti: dalla Santanché fino a Vendola sono tutti, ma proprio tutti, dalla stessa identica parte: quella della follia degli "Stati Uniti d'Europa", preludio alla definitiva distruzione di quel poco di democrazia di cui ancora godiamo.
Ora, che farà il Movimento 5 Stelle? Continuerà a sostenere uno dei pilastri sui quali si basano le menzogne che ci stanno raccontando, e cioè che la crisi è colpa del debito pubblico? Continuerà a non prendere posizioni chiare oppure ci propinerà anch'esso un'ennesima versione del "più Europa", allineandosi a tutto il resto delle forze politiche? 

Dalle risposte a queste domande, ed alle altre che abbiamo già posto, capiremo se si sta concretizzando, in Italia, la nascita di una vera forza di alternativa oppure se si sta semplicemente preparando, per gli italiani che ancora sperano in un cambiamento, l'ennesima cocente delusione.

venerdì 2 novembre 2012

Mario Draghi tra serio e faceto

Claudio Martini

L'uomo più potente d'Europa ha parlato, e come sempre ha detto cose profonde e importanti. Cose da leggere e ricordare.

Il punto politico innanzitutto: Draghi dà ragione a Merkel e Schauble e torto a Hollande e Monti. O almeno è questa la conclusione a cui approdare, se non si crede che il "dibattito" di queste settimane intorno alle nuove misure per "salvare l'Euro" non fosse una scadente recita, con Monsieur Croissance e il Signor Rigore a recitare la parte degli  avversari dell'avidità tedesca, e che in realtà tutti gli attori fossero ben consci di come terminava il copione.

giovedì 1 novembre 2012

Il problema non è il debito pubblico. Ecco perché.

di Fabrizio Tringali

Ripropongo qui l'articolo pubblicato domenica scorsa su byoblu.com
Attenzione: non è la trascrizione della video-intervista uscita il 16 Ottobre. E' un nuovo articolo, scritto sulla base dei dati ufficiali della Commissione Europea, che riprende alcuni dei temi principali del dibattito che il video ha suscitato in rete

[F.T.]

Internet è uno strumento fantastico. Consente di accedere a molte fonti ufficiali di informazione, senza sorbirsi le mediazioni e le distorsioni del cosiddetto mainstream. Le fonti ufficiali sono costituite, per esempio, dalle analisi, i grafici e le statistiche costruite dagli uffici di enti ed istituzioni quali l'Istat, la Corte dei Conti, le Camere, e così via. Prima di internet, queste fonti erano raggiungibili quasi esclusivamente dagli operatori del mainstream. E quando raccontavano balle, i cittadini non avevano molti mezzi per accorgersene. E' anche per questo che cercano in ogni modo di mettere il bavaglio ai blog indipendenti. Perché grazie ai dati ufficiali possiamo svelare l'enormità delle balle che ci propinano: ovvero che per uscire dalla crisi dobbiamo “fare sacrifici”, diminuire il debito pubblico e realizzare “riforme” simili a quelle della “virtuosa” Germania.