Questo blog ha, fra le sue tesi di fondo, quella secondo cui l'atteggiamento degli USA verso l'Euro e verso diversi soggetti internazionali (su tutti l'Iran) sia molto diverso da quello della vulgata (ecco un esempio). Parlo di "vulgata" proprio per chiarire che, per esempio, l'idea di un'America decisa a minare l'Euro è un luogo comune, una chiacchiera da bar, e non riflette quanto ci viene a far sapere la stampa mainstream ogni giorno. Non si tratta dunque di disinformazione da parte dei media, ma di un vero e proprio equivoco fondato su faciloneria e pregiudizi, e alimentato ad arte da alcune realtà intellettuali e politiche.
La questione di quale sia la reale strategia degli USA in questo momento
storico rappresenta a mio avviso la vera questione politica di questi
tempi, da cui discendono tutte le altre. Ciò prelude ad altre
considerazioni, che saranno fatte a tempo debito in altri post. Per ora limitiamoci a segnalare due casi di plateale smentita della
vulgata da parte di alcuni fatti diffusi dal mainstream e non contestati
da nessuno, a nostra conoscenza.
Il primo non ha bisogno di particolari descrizioni: si tratta del viaggio di Napolitano a Washington, che fa il paio con il viaggio di Monti di un anno fa. L'interpretazione di questi viaggi è inequivocabile: gli USA sostengono con forza Napolitano e Monti perché vogliono che l'Italia resti nell'Euro e nell'UE, in quanto pilastro fondamentale di queste due organizzazioni. Questo almeno è chiaro per il Corriere.
Il secondo è rappresentato da un articolo di Maurizio Molinari di qualche giorno fa: fu lo stesso Obama a impedire che i ribelli siriani ricevessero armi. Alcuni membri dell'amministrazione proponevano, per opportunismo, di cavalcare la tigre della rivoluzione siriana e guadagnarsi credito presso quest'ultima con aiuti e rifornimenti; altri, la maggioranza, hanno invece scommesso sulla permanenza al potere di Bashar Assad, anche al costo di un genocidio.
Ciò è coerente con il quadro da noi delineato in questi mesi, e sopratutto combacia con l'evidenza di un occidente che, a due anni dalle prime manifestazioni, non ha mosso un dito per far cadere il tiranno siriano. (C.M)
Il primo non ha bisogno di particolari descrizioni: si tratta del viaggio di Napolitano a Washington, che fa il paio con il viaggio di Monti di un anno fa. L'interpretazione di questi viaggi è inequivocabile: gli USA sostengono con forza Napolitano e Monti perché vogliono che l'Italia resti nell'Euro e nell'UE, in quanto pilastro fondamentale di queste due organizzazioni. Questo almeno è chiaro per il Corriere.
Il secondo è rappresentato da un articolo di Maurizio Molinari di qualche giorno fa: fu lo stesso Obama a impedire che i ribelli siriani ricevessero armi. Alcuni membri dell'amministrazione proponevano, per opportunismo, di cavalcare la tigre della rivoluzione siriana e guadagnarsi credito presso quest'ultima con aiuti e rifornimenti; altri, la maggioranza, hanno invece scommesso sulla permanenza al potere di Bashar Assad, anche al costo di un genocidio.
Ciò è coerente con il quadro da noi delineato in questi mesi, e sopratutto combacia con l'evidenza di un occidente che, a due anni dalle prime manifestazioni, non ha mosso un dito per far cadere il tiranno siriano. (C.M)
Le informazioni che possedete sulla Siria sono proprio "main-stream"! Mi dispiace molto...
RispondiEliminaIl blog si chiama "mainstream" proprio perché si propone di raccogliere informazioni preziose sui tempi che stiamo vivendo proprio dalla stampa e dai media del grande capitale. Partiamo dall'assunto che in genere questi grandi mezzi non mistificano né nascondono la realtà, ma la sommergono "nel gossip, nell'approssimazione, nella chiacchiera da talk-show". Perciò è del tutto ovvio, specie per chi è abituato a leggerci, che le informazioni di cui disponiamo provengano da quelle fonti. Naturalmente chi vuole può rivolgersi alla cosiddetta "informazione alternativa" la quale, sfortunatamente, o non cita alcuna fonte oppure, nel caso della Siria, rimanda alle veline di regime (l'agenzia SANA)
EliminaLe beau-frère de Lénine disait-il en 1918 de Volodia, surnom affectueux du personnage dont il était lui-même un ministre bolchévique, ceci qui résume tout de ces esprits qui ne manquent pas de qualités mais qui sont absolument subvertis, et par conséquent encore plus catastrophiques : «Volodia est remarquablement intelligent, mais c’est fou le nombre de bêtises qu’il peut dire.»
Elimina(Philippe Grasset - chiusa all'articolo di oggi su dedefensa.org)
È un tentativo di autoritratto? Potrebbe centrare i suoi contributi sull'oggetto del post, anziché sulla sua persona? Grazie.
EliminaSeguo questo blog con interesse da diverso tempo. Concordo con il fatto che sia del tutto irrazionale l'idea che gli USA siano ostili all'euro perché questo minaccia il dollaro. Suppongo che sia anche a questo che ti riferisci nel tuo post.
RispondiEliminaVorrei però capire come quello che scrivi si pone nei confronti dell'ipotesi supportata dal blog Orizzonte48. Se non ho capito male lui ipotizza un intervento USA volto a contrastare le politiche rigoriste imposte dalla Germania e questo potrebbe segnare l'inizio dell'agognato tramonto dell'euro. Ma quello che scrivi mi sembra invece supportare l'ipotesi opposta, cioè un sostegno USA alle politiche EU. Il che mi pare davvero preoccupante perché implica che non si fermeranno se non davanti ad un eventuale crollo della domanda aggregata occidentale (o mondiale). Ovvero stoltamente avanti fino alla catastrofe.
Ciao
Giovanni
Ammetto di non conoscere abbastanza l'analisi di Barra Caracciolo per dare un giudizio sensato in materia. Sembra ormai assodato che la nomina di Mario Draghi alla BCE, con conseguente LTRO, sia stata fortemente patrocinata dall'amministrazione Obama. Dato che i dirigenti tedeschi segano il ramo su cui sono seduti, non è balzana l'idea di chi vede gli USA sostenere politiche di allentamento dell'austerità al fine di tenere in piedi l'eurozona, e quindi un certo contrasto USA-Germania. Ma il fine dell'amministrazione USA come del capitale tedesco come dei quisling dell'europa del sud è il medesimo: rimandare il più possibile l'inevitabile crollo. A pagare saremo noi, finché avremo del sangue da dare.
EliminaGrazie, ora mi è più chiaro cosa intendi. Lui si concentra di più sulla dinamica della rottura mentre tu stavi cercando di sfatare dei luoghi comuni (come del resto è anche detto nel titolo). In effetti non c'è la contrapposizione che mi era parso di vedere.
EliminaCiao
PS. Sai che mi era sfuggito che ci fosse lui dietro quel blog?
tu per "Occidente" intendi USA, vero? Perché non mi sembra che altri paesi della NATO abbiano avuto lo stesso atteggiamento
RispondiEliminasaluti
urs
In effetti pare che all'ultimo Consiglio Europeo la Gran Bretagna abbia insistito per fornire armi alla resistenza siriana (a quale componente non è dato sapere), e pare anche che la sua proposta sia stata bocciata a maggioranza (fra cui l'Italia). Senza entrare nei dettagli però direi che la NATO sono gli USA più i loro camerieri. Perciò non penso che nessun paese NATO possa prendere iniziative non dico contrarie, ma nemmeno senza l'impulso degli USA. In questo caso fa eccezione la Turchia, ma più per contingenze geografiche che per volontà politica dei dirigenti turchi.
Eliminasi, anche in questo caso sono d'accordo, ma credo che non ci si possa limitare a guardare le posizioni ufficiali. Sai bene che gli apparati che preparano la politica estera sono complessi e tendono a giocare partite in proprio prima di presentare una proposta al decisore finale. Lo hai rappresentato bene proprio riportando la posizione americana. Ecco, mi pare che in Francia, UK e Turchia (ho detto NATO per brevità, ma effettivamente è impreciso il riferimento all'organizzazione) ci siano diverse posizioni non solo "teoriche", ma anche attive sul campo, che vogliono forzare la mano e lavorano per questo - in qualche modo il supporto logistico, organizzativo, militare e finanziario ai ribelli è arrivato (i fatti concreti li realizza qualche paese arabo, ma con l'assenso e magari anche una partecipazione più diretta di agenzie dei paesi suddetti)
Eliminaé chiaro che questa non è una critica alla tua ricostruzione. Anzi, fino a che i governi occidentali resistono a queste iniziative c'è una dimostrazione lampante della loro ambiguità verso Assad. Però mi sembra che si debba ricordare anche questa parte del quadro, perché non è da escludere, a mio avviso, che la posizione dei governi possa cambiare quando ci saranno condizioni più favorevoli
saluti e apprezzamenti per le tue analisi
urs
Ingroia a Grillo,no a euro e' suicidio
RispondiElimina(ANSA) - ROMA, 18 FEB - ''Siamo convinti che si debba negoziare con l'Unione Europea per riformare le sue istituzioni e farne l'Europa dei popoli invece che l'Europa asservita ai grandi gruppi finanziari''. Lo ha detto Antonio Ingroia in una intervista alla tv della Confederazione italiana agricoltori (Cia). Il leader della Lista Rivoluzione Civile sull'Europa ha attaccato Beppe Grillo: ''si limita a protestare per come funzionano le cose e chiede l'uscita dall'euro. Ma questo sarebbe un atto suicida''.
VS.
Renato Brunetta
http://www.ilgiornale.it/news/interni/altro-che-spread-problema-dellue-leuro-troppo-forte-887143.html
uno degli articoli mainstream piu' espliciti sull'euro (senza contare claudio borghi )
Renato Brunetta....
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaGli anonimi vengono eliminati senza pietà. Chi vuole interagire con il blog deve rispettare le regole del blog. Sono in alto a destra.
EliminaPensavo di aver firmato (ero stordito dalla grappa ad ora tarda) e poi credevo che fosse evidente che ero io. Però lo riposto, perché ho trovato la pagina ancora aperta al commento. Mi è facile copiare e incollare:
RispondiElimina"Assad non rimarrà al potere per molto tempo e i massacri li sta subendo, piuttosto che perpetrando, perché in campo da un anno è scesa una forza che ha ribaltato l'esito della guerra. Ciò spiega anche perché Israele sia ormai convinta che gli islamisti prenderanno il potere e perché gli Usa negano le armi. In Siria vinceranno coloro che hanno combattuto fino alla fine gli Stati Uniti in Iraq, mantenendo le posizioni (o almeno stanziandosi su una parte del territorio con il consenso dei governanti); sono gli stessi che mantengono il controllo di buona parte del territorio in Afghanistan, alleati dei Talebani, ai quali hanno insegnato a costruire le IED e a utilizzare gli uomini bomba; e sono gli stessi che combattono in Mali contro la Francia (invero una delle tre fazioni ma una seconda è molto vicina per posizioni teoriche). In Siria si chiamano Jabhat al nusra e sono stati inseriti dagli Stati Uniti nella lista dei teroristi (mentre i mercenari del Qatar sarebbero combattenti per la libertà). Se vuoi avere informazioni sulla Siria, è sufficiente che vai su you tube, dove ogni giorno, cercando "Mujahideen siria" o "Jabhat al nusra", con il filtro "oggi" troverai video di battaglie, di bombardamenti dell'esercito, di migliaia di siriani che osannano Osama Bin Laden. Niente più azioni mostruose ma soltanto, al più, plotoni d'esecuzione. Niente più "ribelli" senza un cittadino vicino ma sempre più ribelli in mezzo ai cittadini. Qua trovi una prima informazione: http://www.appelloalpopolo.it/?p=8094"
Aggiungo che un esempio di quanto siano micidiali sotto il profilo militare lo trovi qua: https://www.youtube.com/watch?v=vRBoYIAvplo
Aggiungo che ci sono video della battaglia di Aleppo e altri che dimostrano che erano in campo dall'inizio del 2012. ma i filmati sono cominciati ad apparire soltanto nel dicembre del 2012 (c'è una certa genialità nella strategia).
Infine ti segnalo anche un articolo interessante, di chi è stato un po' di giorni con i mUjahideen e con gli islamici nazionali. L'autore, molto bravo, segnala un diverso equilibrio tra le forze in campo e prevede scontri tra islamici nazionali, che vorrebbero la democrazia e islamisti internazionalisti, che vorrebbero l'emirato in vista della ricostituzione del califfato per il quale combattono: http://ita.babelmed.net/cultura-e-societa/48-syria/13078-internazionalisti-o-terroristi.html
La mia opinione, invece, è che Jabhat al nusra prenderà il sopravvento. Se cerchi con youtube troverai moltissimi video in cui militanti di Al Qaeda (Jabhat al nusra è Al Qaeda in Siria)cantano il califfato, e inneggiano a osama bin laden assieme a centinaia o migliaia di cittadini che manifestano a loro favore e contro gli stati uniti (che hanno dichiarato Jabhat al nusra "terrorista").
le fonti ci sono (centinaia e centinaia di filmati e reportage di chi è stato con i Mujahideen); basta andarle a cercare.
Stefano D'Andrea
Sì, in effetti era strano che qualcuno citasse il tuo sito...
EliminaCaro Claudio,
RispondiEliminaquesto è stato postato oggi.
Ovviamente non ci sono buoni e cattivi. I ribelli non sono né più né meno sanguinari del regime di Assad. I soldati e i miliziani del regime catturati vengono sistematicamente uccisi. Che fine credi che abbiano fatto i 30-40 cittadini in fila con le mani in alto? Pensi che li abbiano messi in una prigione? Dove le trovano le prigioni i ribelli? Verrebbero immediatamente attaccati e i prigionieri verrebber liberati. Quindi è una guerra in cui i ribelli non fanno (sono anche costretti anon fare) prigionieri.
Dal video si vede anche che i ribelli hanno armi in grado di colpire e distruggere i carrarmati e gli elicotteri. In giro ci sono anche video nei quali si vedono aerei abbattuti dai ribelli. Quindi non preoccuparti. La rivoluzione vincera. I combattenti sono principalmente islamici, anche se adesso è stata formata la prima brigata curda (il pkk invece appoggia Assad); e stanno cominciando a combattere anche alcuni Alawiti. Per il momento si tratta di islamici moderati e nazionalisti: siriani. Ma se Assad dovesse reggere ancora per due o tre anni, gli internazionalisti, che non comprendono soltanto Jahbat Al nusra (Al Qaida) ma anche Ahrar el Sham, mujahideen più numerosi e in gran parte siriani (ma anche essi internazionalisti e favorevoli all'emirato islamico) rafforzeranno le loro posizioni e il loro consenso. Con la conseguenza che l'esito potrebbe essere quello di una situazione libica o Irachena. Si tratta dell'ipotesi più probabile. E molti rimpiangeranno Assad. Se invece Assad dovesse crollare nei prossimi sei mesi, come, a questo punto, è auspicabile, è probabile che i rivoltosi nazionalisti instaureranno un regime islamico moderato, nel quale vivranno bene anche curdi e cristiani (per gli alawiti ssarà comunque dura). La laicità dello stato, comunque, diminuirà. Su questo non c'è dubbio. erché la rivoluzione è islamica. I laici che guidavano inizlamente le proteste pacifiche sono tutti fuggiti all'estero. Se vuoi ti giro un link con parecchie interviste. Come è accaduto in Tunisia e in Egitto e in Libia, le rivoluzioni arabe hanno spostato l'asse politico verso i fratelli musulmani e in parte verso i salafiti. Così accadrà in Siria. Siccome questo era l'unico scenario possibile, ossia era l'aternativa ad Assad, non ho mai caito perché tu desiderassi così tanto la caduta di Assad. Le azioni politiche si valutano per le conseguenze positive che producono, non per i nemici che fanno cadere. E' un po' come chi era contento di Monti perché andava via Berlusconi. Soltanto che in questo caso il mutamento sarà strutturale.
https://www.youtube.com/watch?v=hW9aWarbWLE
Stefano D'Andrea
Diciamo che tra la lotta contro un mostro genocida e la preservazione della laicità (abbondantemente finta, come sapresti se conoscessi la Siria), prediligo la prima. De Gustibus.
EliminaClaudio, è ovvio che la laicità della Siria non è quella che conosciamo noi. E' come quella dell'Iraq: pacifica convivenza tra religioni diverse, cooptazione delle minoranze nel governo del paese (ma non nell'esercito, in Siria; in Iraq era diverso), magari in posizioni secondarie. Donne al governo e donne alla corte costituzionale. E questo equilibrio che verrà meno o rischio di venir meno.
EliminaIl mostro genocida è tale perché ha reagito a manifestazioni, che volevano portare alla caduta del regime. Insomma non ha accettato di andaresene. Questa può essere e anzi è una colpa ma è un fenomeno che si verifica tante volte. Un regime dittatoriale in genere si comporta così.
A quel punto si schiude un dubbio agli oppositori: andare alla guerra civile; o cedere e tentare piccoli cambiamenti. Gli islamici, non gli altri, hanno scelto la prima strada, assumendosi la responsabilità di ciò che sarebbe accaduto. Nessuno li può condannare. Ma a quel punto non c'è una sola parte ad essere genocida; sono in due. La guerra è guerra.
E siccome la Siria viveva in pace, e con un livello alto di laicità, se si tiene conto di una valutazione relativa ai paesi arabi (l'unica sensata: dunque la Siria era laica) e, pur sotto una dittatura, garantiva la pacifica convinvenza delle minoranze, la rivoluzione, che alla fine vincerà (qui tu sbagli, credo: hanno uomini armi e consenso) dovrà essere valutata come positiva o negativa in base al suo esito. Se avremo una semplice distruzione dello stato come in Libia, l'esito sarà catastrofico; se avremo la divisione con la costruzione di un emirato islamico, l'esito sarà almeno dubbio. Se avremo uno stato islamico non proprio moderato, con regresso per quanto riguarda la situazione delle donne e di alcune minoranze, l'esito sarà stato negativo. Se avremo uno stato islamico moderato e tollerante, non dittatoriale, allora l'esito sarà stato positivo. Ecco perché, ad una valutazione concreta e realistica, non è facile tifare. Una cosa è certa. La figura meschina l'hanno fatta gli organizzatori laici e di sinistra delle manifestazioni pacifiche. Non mi risulta che essi siano parte rilevante della resistenza armata.
Stefano D'Andrea
Mi piacerebbe condividere il tuo ottimismo.
EliminaCiao.
1/2
RispondiEliminaLa lettura della situazione che io propongo è in chiave geopolitica. Principalmente, molti movimenti in medio oriente sono da leggersi come combacianti ad un volere che, guarda caso, è quello dell'unica democrazia del medio oriente. l'unico stato democratico del medio oriente, che vanta rapporti strettissimi ed unità d'intenti con gli USA, si serve alla luce del sole del suo alleato per compiere azioni più o meno occulte in modo da generare caos negli stati avversi e confinanti con, appunto, la democrazia del medio oriente.
così come per la questione dell'euro, vi sono dei tabù che non vanno toccati nell'informazione mainstream, così è stato per la libia, così è ora per la siria. non deve trapelare un singolo commento contrario all'unica voce del mainstream. la prima questione che pongo è: possibile che in un attento ed utilissimo sito come questo non ci si ponga una domanda sulla questione siriana,una domanda,un dubbio critico,sul fatto che le dinamiche del mainstream sulla questione euro non si possano riproporre anche in altre questioni?a me viene davvero spontaneo pensare che, così come quotidianamente vengo bombardato sull'euro, per quale ragione le stesse elite dovrebbero invece raccontarmi l'assoluta verità sulla siria?
ebbene,tralasciando questo aspetto, proseguo tralasciando tutti i rapporti burrascosi del passato tra siria e unica democrazia medio orientale, e tutti i vantaggi che quest'ultima trae dal caos in siria anche guardando alla situazione dell'iran (proprio incomprensibile,da parte mia, il fatto che invece dei rapporti iran-USA si proponga un approfondimento più critico da parte dello stesso autore!), tralasciando pure il cavalcare le differenze etnico-religiose presenti in siria come avvenne per la libia...
io mi chiedo, in un sito che si chiama IL MAIN STREAM gli autori dovrebbero avere un occhio attentissimo verso le fonti, specie quando si tratta di vite umane innocenti cadute violentemente. non dico di essere contrario a prendere una determinata posizione in favore o contro assad, in favore o contro una parte. dico però questo: bisognerebbe citare molte fonti di molte parti,almeno nei link, non mi soddisfa affatto liquidare con AGENZIA SANA, no, non mi soddisfa.
2/2
RispondiEliminaQuesto sito è una finestra bellissima su un muro cupo ed invalicabile in primo luogo perchè permette di guardare oltre quel muro e poi perchè insegna che le fonti di informazione vanno valutate bene, bisogna procedere attraverso il dubbio, studiare i doppiogiochisti dell'informazione, sviluppare un senso critico, mai dare giudizi netti senza aver prima ragionato a fondo ed argomentato, ed io ammiro voi prima di tutto per l'esempio che date.
per questo chiedo: una volta parlando di Siria tra le poche fonti citate leggo Haaretz, giornale dell'unica democrazia medioorientale,che non è fonte neutra,anzi. Ed oggi chi leggo, come fonte della descrizione del teatrino d'oltreoceano sulle armi si-armi no? Il Dottor Molinari, che basta leggere ogni tanto 2 cose che scrive o vedere i suoi servizi quando si tratta di fatti in cui si parla dell'unica democrazia medioorientale, per comprendere che interesse abbia costui a narrare la verità, che interesse abbia nel non imbastire la descrizione di un bel teatrino armi si-armi no ai ribelli da parte degli USA,considerando i rapporti degli USA con stati quali turchia,qatar,unica democrazia medioorientale,ed altri nella zona, come se avesse importanza se Obama avesse detto "si le abbiamo date noi le armi", come se egli raccontasse la verità quando parla. Si può leggere un conflitto d'interesse di Molinari anche nel fatto che egli è della stessa etnia-religione prevalente nell'unica democrazia medioorientale,sebbene questo potrebbe essere letto solo come un piccolo rafforzativo a ciò che dico a proposito delle parole del Dottor Molinari,senza nessun pregiudizio.
Quando si parla di tabù del mainstream, quasi niente è come appare, tutto va pesato, e questo sito è maestro in questo a proposito dell'euro. mi piacerebbe lo fosse anche sulla questione siriana.resta una mia personale opinione, rinnovando la stima