martedì 30 aprile 2013

Problemi pratici

Cari lettori,
main-stream.it sta crescendo sia per numero di visitatori che per diffusione degli articoli, spesso ripresi da altri siti web.
Ne siamo felici. In questo periodo, però, a causa del sovrapporsi di vari impegni personali, avremo un tempo limitato da dedicare al blog. Lo terremo comunque aggiornato, ma probabilmente compariranno un po' meno nostri scritti originali, mentre aumenteranno le segnalazioni di interventi interessanti reperibili sul web.
Non appena le incombenze della vita quotidiana ce lo consentiranno, torneremo a scrivere con maggiore continuità.

lunedì 29 aprile 2013

La trappola dell'euro... sul Sole24Ore!

In una rubrica (non troppo visibile) dell'inserto culturale della domenica, il "sole24ore" segnala il nostro libro. 
Non è l'unico quotidiano nazionale che ne ha parlato: qualche tempo fa il "Secolo XIX" ha pubblicato una recensione. 
Silenzio assoluto, invece, dai giornali di sinistra. 
Non ci stupisce: nel 2013 Il "popolo di sinistra" deve essere tenuto all'oscuro delle argomentazioni anti-euro, perché altrimenti potrebbe non condividere le idee di Giorgio Napolitano, così come, negli anni Cinquanta, quello stesso popolo doveva essere tenuto all'oscuro della natura del "socialismo reale", altrimenti di fronte alla rivolta ungherese del '56, avrebbe potuto non condividere le idee di... Giorgio Napolitano...


(F.T. e M.B.)

domenica 28 aprile 2013

Inquietante

Ci sembra molto grave la vicenda della violazione della mail di alcuni parlamentare del M5S. E ancor più grave la sostanziale indifferenza delle istituzioni e la scarsa attenzione dei media. Ha ragione Grillo: fosse successa la stessa cosa a un Brunetta o a un Cicchitto (o a una Finocchiaro, aggiungiamo noi) le grida e le proteste avrebbero riempito i telegiornali. Facciamo solo due considerazioni: in primo luogo, il fatto che una cosa del genere non sia mai successa prima, nonostante il clima di accesa contrapposizione fra gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra, è un altro indizio del fatto che tale contrapposizione era solo un'apparenza. La casta è sempre stata unita e coesa, e fra amici certi scherzi non si fanno. In secondo luogo, ed è solo l'altra faccia della medaglia, un simile fatto è indice di come il M5S sia esterno alla casta e sia percepito da essa come un pericolo. Non abbiamo ovviamente elementi per fare ipotesi sensate su esecutori e mandanti, ma davvero ci sembra difficile non pensare che qualcuno dall'interno di quel potere che i grillini vorrebbero attaccare abbia voluto mandare un segnale, un avvertimento affinché certe linee sensibili non siano toccate.

(M.B.)

PS Per un inquadramento generale della situazione politica attuale, nella quale si inserisce questo episodio inquietante, rimandiamo a questo intervento di Leonardo Mazzei.

venerdì 26 aprile 2013

Decrescita/3

Continuiamo nella pubblicazione di testi che permettano di impostare correttamente la discussione sulla decrescita. Questa volta si tratta di un testo dello studioso francese Anselm Jappe, le cui osservazioni mi sembrano largamente condivisibili.
Il testo di Jappe era già apparso in italiano qui e qui, mentre qui trovate il testo originale.
(M.B.)

Alla seconda parte


Decrescenti ancora uno sforzo! Pertinenza e limiti degli obiettori di crescita

Anselm Jappe

Il discorso della "decrescita" è una delle rare proposte teoriche un po' nuove apparse negli ultimi decenni.
La parte del pubblico che è attualmente sensibile al discorso della "decrescita" è ancora abbastanza ristretta. Tuttavia, questa parte è incontestabilmente in aumento. Ciò traduce una presa di coscienza effettiva di fronte agli sviluppi più importanti degli ultimi decenni: soprattutto l'evidenza che lo sviluppo del capitalismo ci trascina verso una catastrofe ecologica, e che non è qualche filtro in più, o delle automobili un po' meno inquinanti, che risolveranno il problema.

giovedì 25 aprile 2013

Finanziare i sussidi mediante moneta complementare

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente contributo di Guido Ortona, Professore Ordinario di Politica Economica presso l'Università del Piemonte Orientale
(M.B.)



Vorrei sottoporre all'attenzione di coloro che sono interessati la proposta che l'Italia provveda al soccorso dei cittadini più bisognosi mediante la stampa di moneta. Prego il lettore di prendere sul serio la frase "sottoporre all'attenzione": è possibile che la proposta sia assurda, o che non lo sia ma ci siano ostacoli molto seri, o che sia inopportuna, e in generale che abbia dei difetti che io non ho visto. Penso però che valga comunque la pena di discuterne, eventualmente per decidere che è impraticabile. Qui di seguito i dettagli.

martedì 23 aprile 2013

Ben fatto

Tra i commenti alle convulse vicende legate alla rielezione del peggior Presidente della storia dell'Italia repubblicana, emerge da più parti l'idea che il M5S, non essendo riuscito ad ottenere l'elezione di un candidato esterno alla casta, abbia perduto la propria battaglia.
Noi pensiamo il contrario.
I critici sostengono che il M5S avrebbe potuto e dovuto aprire canali di confronto e trattativa col PD per condizionarne le scelte.
Probabilmente anche una parte degli elettori e degli eletti del M5S condivide una tale impostazione, che riflette un'idea politica più generale: arrivare ad un accordo col centrosinistra per dare al Paese un governo capace di innescare un profondo cambiamento.
Il problema però è che questa idea è del tutto impraticabile e non porterà mai ad un reale cambiamento. Del resto lo stesso enorme successo elettorale del M5S è figlio della convinzione, ormai ampiamente diffusa, che l'intero ceto politico di destrasinistracentro sia ignobile, autoreferenziale, corrotto, ignorante, totalmente privo di idee e progettualità, capace solo di rimanere abbarbicato al potere e di lottare disperatamente per intascarsi quel che rimane delle risorse pubbliche, sempre più ridotte dalla crisi.

sabato 20 aprile 2013

Il peggior presidente della repubblica.. altri 7 anni

La rielezione di Napolitano può essere letta in due modi: come il sigillo di un accordo fra i ceti dominanti italiani ed europei che intende sancire la fine di ogni spazio democratico in questo Paese, e come l'estremo tentativo di salvarsi messo in opera da un ceto politico che non sa davvero più dove sbattere la testa.
Non possiamo che augurarci che esplodano ancora più fragorosamente le contraddizioni evidenziate da questa vicenda, che ha portato il PD a un passo dalla dissoluzione, e che questo assurdo incarico "bis" al peggior presidente che la Repubblica abbia mai avuto, finisca col diventare il canto del cigno di una casta che davvero non può più essere tollerata.

Ben detto

Dal sito "Appello al popolo"  riprendiamo questo intervento di Stefano D'Andrea, che condividiamo.
(M.B.)


Chi deve rendere conto? I dirigenti del PD o gli elettori?

Cari elettori del PD, adesso DOVETE RENDERE CONTO. VOI DOVETE RENDERE CONTO. NON I DIRIGENTI DEL PD.
Che il PD fosse più liberista del PDL era stato dimostrato dalle privatizzazioni, dalla confessione di D'Alema: "siamo più liberisti di voi" e dal sostegno convinto a Monti.
Che il PD fosse meno laico della DC era stato dimostrato, sotto il governo D'Alema (Berlinguer Ministro dell'istruzione), quando per la prima volta furono dati soldi alle scuole private (la DC non lo aveva mai fatto).
Che il PD fosse più filo-atlantico del PDL era stato dimostrato da D'Alema che andò ad Aviano a veder partire gli aerei USA che bombardavano la Serbia; e dalla politica energetica contro gli interessi italiani ma (senza ragione) anti Putin e Gheddafi, per non dispacere agli USA e anzi per realizzare gli interessi di questi ultimi.
Che Bersani, D'Alema e Veltroni assieme non facessero un buon politico della prima repubblica (non pensiamo nemmeno a uno statista), lo dimostrano le loro sconfitte, le depressioni, le dimissione immotivate e, plasticamente, l'esito comico dell'attività svolta da Bersani negli ultimi mesi.
Ora la posizione del PD su Rodota' VI SCONVOLGE.
SONO SCONVOLTO CHE VI SCONVOLGA: a me non ha sconvolto e fin dal primo momento ho dichiarato ad amici e parenti: "il PD non ha nulla a che vedere con Rodotà".
Sono veramente sconvolto: IN CHE MONDO SIETE VISSUTI?
Non è il PD che deve rendere conto a voi delle sue scelte.
Siete VOI che DOVETE RENDERE CONTO. DOVETE SPIEGARE, PRIMA DI TUTTO A VOI STESSI: COME MAI ERAVATE DEL TUTTO INCAPACI DI CAPIRE IL MONDO IN CUI VIVEVATE E CHE AVETE SOSTENUTO?
SD'A

venerdì 19 aprile 2013

Perché Bersani si suicida? (con addendum)


Perché Bersani si suicida? 
Perché va contro il volere di gran parte del suo partito, della schiacciante maggioranza dei suoi elettori, della sensibilità diffusa nel paese?
Perché fa questo enorme regalo, in termini di immagine, a Renzi, e in termini politici, a Vendola?
Perché si rimangia tutte le sue aperture al M5S, e si gioca tutta la carriera su una personalità ampiamente screditata?
Perché resuscita Berlusconi, conferendogli il ruolo di King Maker?
Perché?
La risposta più ovvia è che Bersani sia un deficiente. Un povero idiota.  Un miserabile cretino.
Una risposta appena più smaliziata fa riferimento all'ambizione personale di Bersani: Marini con ogni probabilità lo nominerà a Palazzo Chigi, così l'uomo di Bettola passerebbe storia come il primo "comunista" che, in Europa, sia mai andato al governo dopo aver vinto delle elezioni.
Ancora, si può indicare come ragione l'appetito della classe dirigente PD, che ragiona col minimax: il massimo risultato (le prime quattro cariche dello stato) col minimo delle risorse (meno di un terzo dei voti espressi). E il fine dopotutto giustifica i mezzi.
Ma tutto ciò fatica a convincermi. 
Non dico che questi elementi non esistano e non siano rilevanti. Dico che non mi sembrano sufficienti da soli a giustificare tanta incredibile protervia.
Noi dobbiamo sempre ragionare tendendo d'occhio il contesto in cui ci muoviamo. Il contesto è la dittatura della Troika. La Troika vuole un governo che faccia tagli e riforme neoliberiste. I partiti che hanno scommesso tutto sull'euro non possono che obbedire ai desiderata della Troika. E l'unico governo che può accontentare la Troika, oggi, è un governo di "larghe intese" tra i sabotatori dell'economia e della dignità nazionale.
Ecco perché Rodotà non va bene. 
Oltre ai suoi indiscutibili demeriti agli occhi della Troika (la critica al Fiscal Compact, la vicinanza con la FIOM) il giurista calabrese non va bene perché il suo nome è la negazione stessa di qualsiasi ipotesi di larghe intese. La sua sola presenza al Colle sposterebbe gli equilibri politici italiani in un senso incompatibile con i voleri della Troika. 
Ora, se per caso qualche piddino legge queste righe, vorrei che si fermasse a riflettere. A riflettere su come l'euro costringa la sinistra italiana a suicidarsi.
Perché questo ultimo atto è la fine della sinistra in Italia, questo è chiaro.
La sinistra come l'abbiamo conosciuta muore oggi, in Italia (curiosamente, nel 65esimo anniversario della sconfitta elettorale che consegnò il PCI al suo eterno ruolo di minorità*).
Mi chiedo che sensazioni possa provare il piddino. Delusione? Scorno? Sorpresa?
Sorge una considerazione che fa sorridere, anche perché sembra il frutto di un delirio di onnipotenza: se la sinistra italiana ci avesse ascoltato oggi non assisterebbe al suo stesso tracollo.
Dementat deus quos perdere vult. (C.M.)
Addendum del venerdì mattina: è ufficiale, dopo il tremendo flop di Marini il candidato del PD è Prodi. Il danno di immagine rimane, anche se sembra circoscritto più alla figura di Bersani che a quella del PD. Prodi al Quirinale significa la fine delle ipotesi di "larghe intese". E significa elevare alla massima carica dello stato uno dei maggiori responsabili diretti del disastro economico attuale. Il PD non si smentisce.

Addendum 2 (scritto da Fabrizio): Una possibile chiave di lettura dell'atteggiamento di Bersani, integrativa a quanto finora scritto in questo pezzo, è che questa era l'unica strada per arrivare a portare D'Alema al colle. Prima bisognava tentare un accordo col PDL ben sapendo che non sarebbe andato in porto (figuriamoci se Bersani non aveva sentore del flop di Marini, che ha preso ben 200 voti in meno delle attese). 

Poi ciccia fuori Prodi, il quale ovviamente può farcela, ma solo se tutto il centrosinistra vota compatto, perché l'ex premier che ci ha portato nell'euro, di voti esterni a pd-sel ne prenderà pochini. E' quindi tutto nelle mani dei possibili franchi tiratori dalemiani.... e se Prodi non passa, una candidatura come quella di D'Alema può diventare vincente: eventuali franchi tiratori renziani saranno silenziati dallo stesso Renzi (che probabilmente è già d'accordo con D'Alema) e dal "soccorso azzurro" cioè dai voti provenienti dal centrodestra, con un Berlusconi che ufficialmente protesterà, ma sotto sotto gradisce avere al Colle l'uomo dell'inciucio.


*questo commento è stato scritto giovedì 18 aprile.

martedì 16 aprile 2013

Salvare la Germania e noi stessi, oppure salvare noi stessi

Claudio Martini

C'è da rimanere di sasso leggendo questo articolo di Limes. Ancora una volta la lettura delle fonti mainstream si rivela fruttuosa per comprendere le storture del nostro tempo. Nulla è tenuto nascosto: secondo organi di valutazione indipendenti i tedeschi che vivono entro la soglia di povertà relativa sono addirittura il 25% della popolazione, per l'istituto federale di statistica sono quasi il 16, che è comunque un dato allarmante. Ma non è solo questo che colpisce dalla lettura dell'articolo:

  • Il trend di crescita della povertà in Germania è stabile dagli anni '90;
  • Ciò è avvenuto sia in tempi di recessione e di bassa crescita sia in tempi di espansione dell'economia, come da due anni a questa parte;
  • La crescita della povertà si accompagna a una spaventosa crescita delle disuguaglianze;
  • In Germania è risaputo che un'accelerazione decisiva a questo trend è stata data dalla famigerata Agenda 2010, il pacchetto di riforme adottato dal socialdemocratico (!) Schroeder;
  • Cresce in quel paese la consapevolezza che quesa situazione rischia di mettere in pericolo l'intero sistema politico.
Nonostante quel po' di crescita che c'è stata negli ultimi due anni, ottenuta mandando in malora le economie del Sud, la situazione delle famiglie tedesche non è rosea. I tedeschi stanno male... e danno la colpa all'euro!
Se in Germania si dovesse tenere un  referendum per scegliere tra euro e marco vincerebbe ques'ultimo; e come riporta la stampa mainstream (qui e qui) una neonata formazione politica, Alternativa per la Germania, esplicitamente anti-euro, potrebbe rivelarsi la sorpresa delle prossime elezioni, a settembre.

lunedì 15 aprile 2013

Cambiare i trattati?

Esistono ormai molte analisi che spiegano come i Trattati che costituiscono l'UE rappresentino la negazione di alcuni dei principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale. Fra molti altri, si possono vedere alcuni articoli sul sito “Appello al popolo” (qui e qui), e anche il recente libro di un grande costituzionalista come Gianni Ferrara.
Di fronte alle argomentazioni sostenute nei testi citati, argomentazioni che credo difficilmente aggirabili, la linea di difesa di chi dice di voler salvare i principi di civiltà sociale contenuti nella nostra Costituzione, ma non accetta la parola d'ordine dell'uscita unilaterale dall'UE, è quella del “cambiare i Trattati”. Questa parola d'ordine può essere declinata in molti modi, e ovviamente si sposa molto bene con gli slogan sul “più Europa” e sulla “Europa dei popoli” che abbiamo già criticato in vari luoghi.
Cerchiamo adesso di capire perché non abbia nessun senso la proposta di “cambiare i Trattati”. Si tratta, nella sostanza se non nella forma, della proposta di scrivere e far adottare una Costituzione europea che sia ispirata a principi del tutto opposti a quelli dei Trattati. Si noti che, se anche non esiste una Costituzione europea, i vari Trattati ne fanno benissimo le veci, e si possono in pratica considerare l'essenza di ciò che è oggi l'UE.

sabato 13 aprile 2013

Le opinioni di Soros

Segnaliamo questo articolo di George Soros. Senza addentrarci nella discussione delle sue opinioni e proposte, ci sembra indicativo di come l'eventualità di frammentazione dell'eurozona sia una prospettiva presa in seria considerazione da rilevanti attori internazionali.
(M.B.)

venerdì 12 aprile 2013

Indiana George e l'ultima porcata

Col passare delle generazioni, muta la natura dei soggetti che minacciano o addirittura stravolgono la legalità costituzionale: un tempo si trattava di movimenti terroristi o di logge deviate, poi sono arrivati interi partiti politici (come Forza Italia e la Lega), infine le massime cariche dello Stato. Giorgio Napolitano è stato il massimo interprete dell'ultima fase. Ricorderemo il suo settennato come quello dove equilibrio istituzionale saltò, e l'ordinamento cominciò ad avvilupparsi in una spirale autoritaria (sì, sono pessimista).
Mancano pochi giorni alla fine di questo maledetto settenato, eppure il nostro Presidente ha trovato l'occasione per regalarci un'ultima porcata, questa.
L'atto è talmente enorme da aver sollevato reazioni reazioni da molte e diverse parti, da Bruno Tinti sul Fatto Quotidiano a il Manifesto (ma esce ancora?) a Repubblica (che mette in discussione l'analogia col caso dei due Marò, di cui avevamo già parlato) e addirittura l'International Commission of Jurists (qui il comunicato di condanna).
Il fatto è grave, ma non imprevedibile: Napolitano ci ha abituato a ben altri oltraggi alla Costituzione, e in effetti uno strappo legato all'istituto della grazia mancava alla collezione.
Fa poi davvero piacere che la notizia arrivi lo stesso giorno in cui la Consulta salva la legge salva-ILVA.
Anche questo evento è tutto tranne che imprevedibile: sappiamo di cosa è capace la nostra Corte Costituzionale.
Procediamo sorridenti verso il futuro...(C.M.)

mercoledì 10 aprile 2013

Immaginazione al potere?

Segnalo questo bell'articolo di Diego Fusaro, giovane filosofo torinese. Si tratta di un'analisi della realtà culturale contemporanea che ha forti assonanze con alcuni miei testi che vi ho riproposto tempo fa (qui, qui e qui). Credo davvero che analisi di questo tipo siano un punto di partenza necessario per capire la realtà contemporanea.
(M.B.)








martedì 9 aprile 2013

P. e P.

Ovvero Portogallo e Polonia. Oggi vi proponiamo qualche articolo sugli sviluppi in questi due paesi. In Portogallo, dove vi sono state recentemente proteste di massa al grido di “que se lixe a troika”, la Corte Costituzionale ha bocciato alcune delle misure di austerità decise dal governo: si veda qui, qui e qui.
Invece in Polonia si discute dell'ingresso nell'euro. Vi proponiamo questo articolo, interessante anche perché fornisce informazioni sul dibattito interno a quel paese. E infine, sempre a proposito di Polonia,  l'opinione di Krugman, che ci spiega “che l'euro è una trappola” (ehi, l'avevamo detto prima noi!)

(M.B.)






lunedì 8 aprile 2013

Proviamo a unire i puntini: Siria, Iraq, Egitto, Qatar

 Claudio Martini

Qualche tempo fa, col semplice metodo della ricerca google riuscii a scrivere un intero articolo sulla povertà in Germania. Applico ora lo stesso metodo ad alcuni fatti mediorientali. Vediamo cosa ne viene fuori...

Partiamo dalla Siria.

Come sa chi segue la situazione siriana, l'opposizione è spaccata sostanzialmente in due parti: l'opposizione all'estero, completamente egemonizzata dagli USA e dal Qatar, e l'opposizione in patria, che potremmo riassumere nella maggioranza (non tutti) i vertici del Free Syrian Army e sopratutto nel gruppo islamista Jabhat Al Nusra. Se il primo troncone, come dicevamo, è in mano agli USA, il secondo è considerato dagli stessi niente di più che un gruppo di terroristi.

Qualche settimana fa, venne diffuso questo video, in cui il primo comandante del FSA, Riad Al Assad (sostituito alla fine del 2012 da Selim Idriss) denunciava l'ingerenza delle potenze occidentali all'interno dell'opposizione siriana; in pratica, criticava gli USA per essersi comprati gli oppositori all'estero, imponendo una posizione dialogante con il regime, mentre sottolineava il ruolo insostituibile nel successo della rivoluzione siriana proprio di JAN, il gruppo considerato terrorista dagli USA.

Pochi giorni dopo Riad Al Assad perdeva la gamba destra (e per poco non la vita) in un attentato esplosivo.

sabato 6 aprile 2013

L'eccezione e la regola

Segnalo una interessante discussione che potete trovare nel sito di Appello al popolo. La discussione parte da una intervista a Moreno Pasquinelli e prosegue con un paio di commenti ad essa da parte di “Correttore di Bozzi”, la risposta a questi commenti, e un intervento di Fiorenzo Fraioli  (“ecodellarete”). Trovate tutto nel link sopra indicato. La discussione è interessante perché tutte le persone coinvolte condividono la critica a euro e UE e la necessità per l'Italia di uscire da entrambe. Si dividono sulle prospettive da dare a questa uscita. Fraioli ha ben riassunto, mi sembra, il punto del contrasto parlando di posizioni “rivoluzionarie” contrapposte a posizioni “riformiste”, con Pasquinelli nel ruolo del rivoluzionario e lui e “Correttore di Bozzi” in quello dei riformisti. Mi permetto di commentare questo dibattito perché esso tocca un punto che secondo me è molto importante.

martedì 2 aprile 2013

Grande concorso per i nostri lettori: il gioco delle 7 citazioni


Il vincitore è Guglielmo Rottigni. A quanto pare ha barato (googlebooks...), ma è il risultato quello che conta. Il libro da cui ho tratto le citazione è La democrazia in Europa: Guardare lontano, di Sylvie Goulard,Mario Monti. Come a dire che "loro", sanno tutto, e sono pienamente consapevoli di quello che stannp facendo all'Europa e all'Italia. La Storia non farà sconti.


1) Come avevano previsto alcuni osservatori esterni (concetto ribadito qui), la moneta unica, lungi dal coronare l'unità politica, diventa un motivo di discordia.

2) Semplificando al massimo, si può affermare che (…) i Paesi che potremmo definire “economie sociali di mercato”, con in testa Germania e Francia, hanno guadagnato credibilità. I Paesi anglosassoni invece, hanno capito di aver fatto troppo affidamento sui meccanismi del mercato, dando un peso sproporzionato al settore finanziario e trascurando di correggere le disugualianze e consolidare gli strumenti di protezione sociale.
Tuttavia, (…) anche i continentali hanno dato prova di scarsa lucidità, anch'essi si sono precipitati in modo a volte caotico sulla via della deregulation, con tutti gli abusi che ne sono conseguiti (Il governo Schroder, per esempio,non ha esitato a indebolire la protezione sociale pur di lottare contro le rigidità del mercato del lavoro, portando ad un aumento sensibile della povertà in Germania).


3) Il Trattato di Maastricht separa putroppo, in maniera inopportuna, la spesa pubblica da quella privata (…) le spese pubbliche sono tenute scrupolosamente a freno, mentre le spese private, perfino quelle improduttive e pericolose, sfuggono a qualunque controllo. Eppure l'unico criterio valido dovrebbe essere la destinazione della spesa, che l'investimento produca ricchezza o meno. Lo hanno dimostrato i casi dell'Irlanda e della Spagna: nei due Paesi un'accorta gestione delle finanze pubbliche non è bastata a garantire la stabilità, che è stata messa a rischio dall'afflusso di capitali privati e dalla conseguente bolla immobiliare.

4) (…) La crisi ha incoraggiato una deriva pericolosa, che l'economista Tommaso Padoa Schioppa aveva denominato “preminenza di fatto” e che noi abbiamo ribatezzato “creditocrazia”. Gli Stati creditori (…) sono ormai in una posizione di forza. Il ministro degli Esteri finlandese Alexander Stubb, è arrivato a dichiarare: “l'euro è un sistema darwiniano. È la sopravvivenza del più forte, e i mercati alimentano questo stato di cose”.

5) Un rischio (della tenuta democratica dell'Eurozona, nota mia) che è stato rilevato anche da osservatori non europei: l'economista e premio Nobel per l'econonomia Amartya Sen si è unito al coro di coloro che temono che l'euro possa spazzare via la democrazia dall'Europa.

6) Non è stata l'Ue a creare il fenomeno della concorrenza fiscale, ma non c'è dubbio che le sue politiche l'abbiano esasperato. La libera circolazione delle persone e dei capitali consente di trasferirsi agevolmente in un altro paese portando con sé il proprio denaro. (…) Va detto infine che l'UE non ha fatto nulla per scoragiare condotte che finiscono per assomigliare al comportamento di “passeggeri clandestini”. Quando uno Stato attira imprese straniere sul proprio territorio in virtù di un regime fiscale particolarmente vantaggioso (…) concede loro in maniera unilaterale, e a scapito degli altri europei, un accesso privilegiato al mercato unico, e quindi a 500 milioni di consumatori.

7) Per produrre tutti i suoi effetti benefici un'area monetaria ha bisogno di lavoratori mobili e di trasferimenti finanziari in grado di compensare gli squilibri dovuti a una certa specializzazione (si vedano i lavori del canadese Robert Mundell sulle aree monetarie ottimali).